“Non lasciamoci rubare l’amore per la scuola”. Così il Papa all’incontro con gli scolari e le loro famiglie che hanno affollato piazza San Pietro, via della Conciliazione e le vie limitrofe. Oltre 300mila le presenze per questo evento promosso dalla Conferenza episcopale italiana e che ha coinvolto tutte le scuole italiane. Nell’indirizzo di saluto il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, ha ribadito che la prima risorsa per la scuola sono le persone, il ministro dell’istruzione Giannini, ha ricordato anche le studentesse nigeriane rapite e le tante ragazze cui è stata impedita l'esperienza della formazione. Massimiliano Menichetti:
Piazza San Pietro sembra esplodere quando qualche minuto dopo le 16.00 Papa Francesco
entra con la jeep bianca, tutto intorno applausi, le bandiere delle scuole, striscioni,
fazzoletti colorati. Il Papa percorre lentamente le vie delimitate dalle transenne,
arriva alla fine di via della Conciliazione, abbraccia i bambini che gli vengono porti,
li ascolta, li accarezza, benedice le famiglie, gli insegnanti, tutti coloro che dalla
mattina hanno aspettato l’incontro, promosso dalla Cei per tutta la scuola d’Italia,
con Francesco. Sotto il palco, sul sagrato, anche una lavagna ed un banco con dei
libri, e sembra davvero come hanno detto, nel saluto al Papa anche il presidente della
Cei, il cardinale Angelo Bagnasco ed il ministro dell’istruzione, Stafania Giannini,
una grande aula di scuola, con in cattedra il successore di Pietro. Tante le testimonianze,
di coraggio e di difficoltà del mondo della scuola, ascoltate dal Papa prima del suo
discorso:
Si vede che questa manifestazione non è “contro”, è “per”! Non è un lamento,
è una festa! Una festa per la scuola. Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che
non vanno, lo sappiamo. Ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola.
“E’ sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere” ha detto il Papa ricordando il legame
duraturo, da quando aveva sei anni, con la sua maestra. Francesco ha identificato
tre elementi costitutivi della scuola: l’apertura alla realtà, l’incontro, l’educazione
al vero, bene e bello:
Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe
essere! Non sempre riesce ad esserlo, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’
l’impostazione.
“Non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la
realtà” ha ribadito:
Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza
dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. Questo è bellissimo!
E ricordando la figura dell’educatore don Lorenzo Milani ha detto che “Nei primi anni
si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si
specializza”:
Se uno ha imparato a imparare, questo gli rimane per sempre, rimane una persona
aperta alla realtà!
“Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà, con la mente
sempre aperta a imparare!” ha aggiunto:
Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante,
e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti
dai professori che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”,
e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. Questo è il primo motivo per
cui amo la scuola.
Quindi ha mostrato la scuola come “luogo di incontro”, “nel cammino” e “non” come
“un parcheggio”, “come complemento alla famiglia”, in cui incontrare, conoscere, amare:
incontrando “persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine, per
capacità differenti”. La scuola è la prima società che integra la famiglia - ha aggiunto
-. "La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque
è importante che collaborino". E per sottolineare la sinergia il Papa ha più volte
scandito un proverbio africano con la piazza:
“Per educare un figlio ci vuole un villaggio…”
Quindi il Santo Padre ha guardato alla scuola che educa al vero, al bene e al bello,
sottolineando che l’educazione non può essere neutra. “O è positiva o è negativa;
o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla”.
E ancora una volta insieme a tutti i presenti:
Sempre è più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca
“La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, del bene e del bello”,
che “non sono mai dimensioni separate – ha soggiunto - ma sempre intrecciate”:
Insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche
quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la
vita e ci apre alla pienezza della vita!
Il Papa ha evidenziato che “nella scuola non solo impariamo conoscenze, contenuti,
ma anche impariamo abitudini e anche valori”. Ed ha augurato la lingua “della mente”,
“del cuore” e “delle mani”:
Cioè pensare quello che tu senti e quello che tu fai; sentire bene quello
che tu pensi e quello che tu fai; e fare bene quello che tu pensi e quello che tu
senti. Le tre lingue, armoniose e insieme!
Infine, prima della preghiera per tutti gli educatori, il saluto e l’incoraggiamento
del Papa:
Non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!
All the contents on this site are copyrighted ©. |