Ucraina ancora nell’occhio del ciclone. I filorussi confermano il referendum indipendentista di domenica prossima. E anche Mosca interviene su Kiev imponendo di pagare in anticipo il gas russo. Oggi nella capitale russa, la tradizionale parata per ricordare la vittoria contro i nazisti nella seconda guerra mondiale, ma sarà festeggiata anche la vittoria in Crimea. In prima fila sfilerà il corpo della Flotta del Mar nero. Kiev parla di provocazione. Alessandro Guarasci
Il referendum si farà. Lo ha annunciato il capo della repubblica autoproclamata
di Donetsk, Denis Pushilin, anche se ieri Putin aveva chiesto ai separatisti il rinvio
della consultazione "per creare le condizioni necessarie al dialogo". Era intervenuta
anche il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton che aveva messo in luce come i
referendum proposti dai separatisti in Ucraina “non hanno alcuna legittimità democratica”,
“possono solo peggiorare la situazione” e “non si devono tenere né l'11 maggio né
mai”. L’Ue però mette a punto le sanzioni. Saranno colpiti quindi non solo gli individui
e le società collegate alla Russia, ma anche le compagnie che hanno rilevato società
e aziende confiscate ed espropriate in Crimea. Mosca risponde cercando di strozzare
anche economicamente l’Ucraina. Il ministro russo, Aleksandr Novak, afferma che Kiev
dovrà pagare in anticipo il gas russo a partire da giugno a causa dell'ingente debito
accumulato nei confronti di Mosca. Sul terreno la Nato afferma che i russi non si
stanno ritirando dai territori occupati. E in effetti gli scontri proseguono. I combattimenti
tra filorussi e forze fedeli a Kiev hanno già fatto decine di morti e minacciano le
ormai vicine presidenziali del 25 maggio
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