Il Papa: la Chiesa in Etiopia ed Eritrea, un esempio di solidarietà
Grazie per la solidarietà cristiana che sapete esprimere verso le fasce di popolazione
più povere dei vostri Paesi. È quanto ha espresso Papa Francesco ai vescovi di Etiopia
ed Eritrea, ricevuti in Vaticano per la loro visita ad Limina. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
La Chiesa in
Eritrea ed Etiopia cresce sulla roccia della fede delle donne e degli uomini che l’hanno
testimoniata fin dall’alba del cristianesimo, ma anche sulle sabbie mobili di una
povertà che continua a mordere la gente, alimentata da troppi conflitti e anche da
carestie e siccità che nel Corno d’Africa sono purtroppo endemiche. “Sono consapevole”
di tutto questo – dice Papa Francesco ai vescovi dei due Stati africani, riuniti in
Vaticano dalla visita ad Limina – e “vi ringrazio per i generosi programmi
sociali, ispirati al Vangelo, che avete attuato in collaborazione con diverse agenzie
religiose, caritative e di governo, allo scopo di alleviare questa sofferenza”. Penso,
prosegue, "specialmente ai tanti bambini che assistete, che soffrono la fame e sono
rimasti orfani a causa della violenza e della povertà”. E anche ai giovani che pur
legati alle loro famiglie e ai loro amici sono costretti ad “abbandonare la propria
terra in cerca di maggiori opportunità e rischiano di perdere la vita durante viaggi
pericolosi”.
Papa Francesco si muove a compassione per uno scenario certamente
drammatico, che tuttavia presenta realtà innegabilmente positive. Prima fra tutte,
osserva, il servizio di carità offerto dalle due Chiese locali. Una carità che si
è nutrita in passato dello slancio di molti missionari, religiosi e religiose, “che
per molte generazioni – ricorda il Papa – hanno generosamente collaborato alla costruzione
delle vostre comunità locali” e del cui spirito – afferma – “abbiamo nuovamente bisogno”
oggi per annunciare a tutta la società il messaggio di Cristo, “non solo – precisa
– a coloro che non lo conoscono, ma anche ai fedeli, perché possano percepire una
volta di più la freschezza del Vangelo ed essere incoraggiati a trovare sempre modi
nuovi e creativi per vivere e celebrare la loro fede”.
Parlando della cura
dei sacerdoti, Papa Francesco esorta i vescovi di Etiopia ed Eritrea a essere per
i loro preti come dei “buoni padri”. A essere raccomandata caldamente dal Papa – come
sempre in queste circostanze – è “una formazione integrale umana, spirituale, intellettuale
e pastorale” permanente del clero, insieme – sottolinea – alla promozione di “una
vera fraternità” che aiuti i sacerdoti ad “accompagnarsi l’un l’altro nel loro ministero
e a portare gli uni i pesi degli altri”.
Analoga attenzione deve essere posta
alla formazione dei laici. “Apprezzo – dice Papa Francesco – gli sforzi compiuti per
creare nuove opportunità di formazione catechistica dei fedeli e per raggiungere i
giovani, che vivono quel momento cruciale della loro vita in cui sono chiamati ad
approfondire il loro rapporto con Cristo e la sua Chiesa e a cercare di dare avvio
a una famiglia propria”. Di fronte “alle tante sfide della società contemporanea,
tra cui una cultura sempre più secolarizzata e un minor numero di opportunità per
un lavoro dignitoso, è essenziale – ribadisce il Papa – che uomini e donne laici saggi
e impegnati orientino i giovani nel discernere il senso della loro vita e la sicurezza
nel loro futuro”. L’ultimo grazie ai vescovi, Papa Francesco lo riserva per ciò che
viene fatto nelle comunità in favore degli anziani. “I vostri sforzi per loro, che
offrono una potente testimonianza dell’amore di Dio in mezzo a voi, sono – conclude
– una grazia straordinaria per la gente”.