Giornata per le vittime di mafia e terrorismo. Mons. Pennisi: la criminalità è incompatibile
con il Vangelo
36 anni fa veniva ritrovato il corpo di Aldo Moro, lo statista democristiano rapito
e ucciso dalla Brigate Rosse. In via Caetani il presidente Napolitano ha deposto una
corona di fiori, successivamente il capo dello Stato ha presenziato alla Camera alla
cerimonia di commemorazione delle vittime del terrorismo e della mafia. Commosso il
ricordo in Sicilia del piccolo Giuseppe di Matteo, sciolto nell’acido negli anni Novanta.
Il servizio di Paolo Ondarza:
L’Italia ricorda
le vittime della mafia e del terrorismo nel giorno della memoria loro dedicato. Alla
Camera dei Deputati la firma del protocollo tra il ministro dell’Istruzione Giannini
e i parenti delle vittime per iniziative didattiche nelle scuole. Gli uccisi innocenti
dalla mafia, in particolare Giuseppe di Matteo, il bambino sciolto nell’acido perché
figlio di un collaboratore di giustizia, sono stati ricordati nel luogo del delitto,
san Cipirello in Sicilia con una Messa celebrata a 21 anni dal grido accorato di Giovanni
Paolo II ad Agrigento: “Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio”. A presiederla
l’arcivescovo di Monreale, mons.Michele Pennisi:
R. – Oggi abbiamo
riproposto il messaggio di San Giovanni Paolo II, come il messaggio di Papa Francesco
che ha chiesto in ginocchio ai mafiosi di convertirsi. Certamente una condanna netta
per la mafia! La mafia che è omicida e quindi figlia del demonio, il quale è omicida
per eccellenza. Ma anche un appello alla conversione per i mafiosi: una conversione
che deve implicare, però, anche la riparazione del male fatto. Non può essere una
conversione soltanto di facciata, soltanto interiore, ma deve anche mostrare i segni
della conversione.
D. – Alla radice di questo e di altri orrendi delitti,
lei ha detto “c’è l’asservimento al potere del maligno”. La mafia appartiene al regno
del peccato?
R. – Sì! Questo l'ho detto io, ma lo ha detto già la Conferenza
episcopale siciliana nel 1993, affermando che c’è incompatibilità fra l’appartenere
alla mafia e seguire il Vangelo. Quindi è un giudizio molto chiaro, un giudizio che
deve essere chiaro per tutti, un giudizio che dobbiamo ripetere continuamente, perché
è importante liberarsi dalla mafia, da ogni tipo di mentalità mafiosa.
D.
– Significativo anche il gesto, da lei compiuto, della benedizione della Croce
del Riscatto, presso il Giardino della Memoria di San Cipirello…
R. – La
Croce è stato il luogo dove sembrava che Cristo venisse sconfitto: ma Cristo è stato
vittorioso! Mi ha colpito leggere quello che ha affermato un pentito: “Qui la mafia
è stata sconfitta, è stata sconfitta da un bambino!”. Mi pare significativo che questa
Croce sia anche una Croce segno di speranza, segno della vittoria del bene sul male,
della giustizia sull’ingiustizia, della pace sull’odio e sulla violenza.
D.
– E la Croce del Riscatto è un luogo molto importante anche per i parenti delle
vittime, in particolare per la mamma di Giuseppe Di Matteo, Franca Castellese che
finora non aveva un luogo dove piangere il figlio…
R. – Ho promesso alla mamma
questo, perché la mamma – alcuni mesi fa – mi diceva: “Io non so dove andare a pregare
mio figlio!”. Gli ho detto: “Lo può pregare in qualunque luogo, in qualunque chiesa”.
Però adesso, sapendo che c’è questa Croce, la mamma - che tra l’altro ha le chiavi
di questo giardino - può venire anche qui a pregare, a piangere e a sperare.