2014-05-09 14:14:50

Giornata per le vittime di mafia e terrorismo. Mons. Pennisi: la criminalità è incompatibile con il Vangelo


36 anni fa veniva ritrovato il corpo di Aldo Moro, lo statista democristiano rapito e ucciso dalla Brigate Rosse. In via Caetani il presidente Napolitano ha deposto una corona di fiori, successivamente il capo dello Stato ha presenziato alla Camera alla cerimonia di commemorazione delle vittime del terrorismo e della mafia. Commosso il ricordo in Sicilia del piccolo Giuseppe di Matteo, sciolto nell’acido negli anni Novanta. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

L’Italia ricorda le vittime della mafia e del terrorismo nel giorno della memoria loro dedicato. Alla Camera dei Deputati la firma del protocollo tra il ministro dell’Istruzione Giannini e i parenti delle vittime per iniziative didattiche nelle scuole. Gli uccisi innocenti dalla mafia, in particolare Giuseppe di Matteo, il bambino sciolto nell’acido perché figlio di un collaboratore di giustizia, sono stati ricordati nel luogo del delitto, san Cipirello in Sicilia con una Messa celebrata a 21 anni dal grido accorato di Giovanni Paolo II ad Agrigento: “Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio”. A presiederla l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi:

R. – Oggi abbiamo riproposto il messaggio di San Giovanni Paolo II, come il messaggio di Papa Francesco che ha chiesto in ginocchio ai mafiosi di convertirsi. Certamente una condanna netta per la mafia! La mafia che è omicida e quindi figlia del demonio, il quale è omicida per eccellenza. Ma anche un appello alla conversione per i mafiosi: una conversione che deve implicare, però, anche la riparazione del male fatto. Non può essere una conversione soltanto di facciata, soltanto interiore, ma deve anche mostrare i segni della conversione.

D. – Alla radice di questo e di altri orrendi delitti, lei ha detto “c’è l’asservimento al potere del maligno”. La mafia appartiene al regno del peccato?

R. – Sì! Questo l'ho detto io, ma lo ha detto già la Conferenza episcopale siciliana nel 1993, affermando che c’è incompatibilità fra l’appartenere alla mafia e seguire il Vangelo. Quindi è un giudizio molto chiaro, un giudizio che deve essere chiaro per tutti, un giudizio che dobbiamo ripetere continuamente, perché è importante liberarsi dalla mafia, da ogni tipo di mentalità mafiosa.

D. – Significativo anche il gesto, da lei compiuto, della benedizione della Croce del Riscatto, presso il Giardino della Memoria di San Cipirello…

R. – La Croce è stato il luogo dove sembrava che Cristo venisse sconfitto: ma Cristo è stato vittorioso! Mi ha colpito leggere quello che ha affermato un pentito: “Qui la mafia è stata sconfitta, è stata sconfitta da un bambino!”. Mi pare significativo che questa Croce sia anche una Croce segno di speranza, segno della vittoria del bene sul male, della giustizia sull’ingiustizia, della pace sull’odio e sulla violenza.

D. – E la Croce del Riscatto è un luogo molto importante anche per i parenti delle vittime, in particolare per la mamma di Giuseppe Di Matteo, Franca Castellese che finora non aveva un luogo dove piangere il figlio…

R. – Ho promesso alla mamma questo, perché la mamma – alcuni mesi fa – mi diceva: “Io non so dove andare a pregare mio figlio!”. Gli ho detto: “Lo può pregare in qualunque luogo, in qualunque chiesa”. Però adesso, sapendo che c’è questa Croce, la mamma - che tra l’altro ha le chiavi di questo giardino - può venire anche qui a pregare, a piangere e a sperare.







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