Arresti dell'Expo, interrogatori da lunedi. La normative anticorruzione sembrano funzionare
“L’Expo è un appuntamento importante che noi difenderemo e sara' un successo per l'Italia".
Il premier Matteo Renzi interviene in questo modo sulla vicenda dell’esposizione milanese
dopo i sette arresti di ieri. Il sindaco della città Giuliano Pisapia ha affermato
che il commissario unico dell’Expo e Amministratore delegato della società di gestione
Giuseppe Sala avrebbe pensato alle dimissioni. Fiducia a Sala è stata espressa da
Pisapia e dal presidente della Lombardia Maroni. Alessandro Guarasci:
Inizieranno
lunedi gli interrogatori dei sette arrestati ieri, al centro di presunte irregolarità
su una serie di appalti per l’Expo. La vicenda comunque non dovrebbe avere ripercussioni
sui lavori dell’opera, ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Il primo cittadino
ha rivelato che il commissario dell’Expo, Sala, ha pensato di lasciare perché si è
sentito tradito da alcuni dei suoi più stretti collaboratori, che appunto figurano
tra gli arrestati. Il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Giuseppe Cantone, ha
detto che c’è da meravigliarsi che alcuni nomi, come quello di Greganti, tornino.
Importante però che dal 2012 ci sia una legge che cerca di mettere un argine al fenomeno.
Ma le normative italiane in merito sono davvero efficaci? Virginio Carnevali,
presidente dell’Associazione "Transparency International Italia":
R. – Gli
arresti di ieri vuol dire che le stanno applicando molto bene. Il contributo della
legge 190 del 2012 è soprattutto un contributo di prevenzione, perché la corruzione,
a mio giudizio, si sconfigge prima con la prevenzione che con la repressione.
D.
– Bisogna, secondo lei, rafforzare la normativa sul falso in bilancio?
R. –
Non vedo una correlazione netta tra questi fatti di corruzione, cioè appalti truccati
e falso in bilancio. E’ chiaro che se c’è una corruzione, quindi ci sono dei fondi
neri, c’è un falso in bilancio, ma non è che tramite il falso in bilancio si trova
la corruzione, casomai viceversa.
D. – Secondo alcune stime, in Italia la corruzione
ammonterebbe a circa 60 miliardi di euro: una cifra attendibile?
R. – Secondo
me, sono cifre che non hanno alcun senso logico. Io le posso dire che se è vero che
sono 120 miliardi in tutta Europa, 60 miliardi in Italia non è possibile.