Nuovo massacro di Boko Haram in Nigeria. Mons. Kaigama: "Prego per le studentesse
rapite"
Dalla Nigeria, già scossa per i sequestri delle giovani studentesse destinate a essere
vendute, secondo quanto dichiarato dai rapitori di Boko Haram, giungono altre notizie
di gravissime violenze. Un nuovo massacro del movimento islamico è avvenuto lunedì
scorso nel nord-est del Paese. Trucidate centinaia di persone. Ce ne parla Giulio
Albanese:
Intanto
sul fronte rapimenti, in molti chiedono un intervento più deciso del governo. “Stiamo
pregando per queste giovani donne”- racconta mons. Ignatius Kaigama, presidente
della Conferenza episcopale nigeriana, che definisce “belve” i rapitori. Francesca
Sabatinelli lo ha intervistato:
R. – E’ una
grande tragedia, di immense proporzioni. I nigeriani sono molto infelici e per questo
stiamo pregando e chiedendo al governo di fare qualcosa subito per liberare queste
ragazze. In questi giorni, le donne hanno manifestato ad Abuja e pure in altre città
per chiedere al governo e agli addetti della sicurezza di fare qualcosa rapidamente
ed effettivamente. Dobbiamo fare un appello a questo gruppo terroristico, perché non
faccia del male a queste ragazze, perché le liberi immediatamente e le restituisca
ai loro parenti.
D. – Questo rapimento rientra nella visione fondamentalista
che Boko Haram ha della donna un essere inferiore, tanto che queste ragazze rischiano
di essere vendute come schiave sessuali per i matrimoni forzati...
R. – Fa
molta paura pensare a ciò che sta capitando a queste ragazze in questo momento. Forse
si trovano dentro la foresta, con queste persone, che per me non hanno niente di umano,
che hanno un atteggiamento da belve. Non sappiamo cosa stia accadendo adesso a queste
ragazze innocenti. Il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, ha parlato di vendere
queste ragazze, di forzarle a sposarsi. Sono ragazze di 12, 15 anni! E’ una tragedia.
Non so che tipo di persone possano agire in questa maniera. Dicono di fare la guerra
nel nome di Dio, ma non so che tipo di Dio abbiano. E’ una grande tragedia! Noi abbiamo
paura che possano ammazzare queste ragazze, far loro del male.
D. – Lei diceva
che bisogna soprattutto chiedere al governo di agire. La Nigeria è un Paese molto
grande, enorme. In che modo le forze di sicurezza potranno proteggere la popolazione
nigeriana e, secondo lei, come bisogna agire contro Boko Haram, con quali mezzi?
R.
– Devono cercare di usare le informazioni dell’intelligence, che dovrebbero avere.
La polizia, i militari, i Servizi segreti hanno il modo di raccogliere informazioni.
Quanti anni sono passati senza sapere dove queste persone compiono i loro misfatti?
Per esempio, il loro leader parla attraverso Internet, ma non sappiamo dove si trovi.
Dove trovano i mezzi poi per fare questa guerra? Da chi ricevono aiuto? Da altri Paesi
forse? E come possono fare tutto questo senza far scoprire chi agisce dietro di loro?
Questo ci dà molto fastidio. Speriamo che il governo, anche con l’aiuto di altri Paesi,
possa fare qualcosa.
D. – Quindi, secondo lei, così come ha detto Barack Obama,
l’aiuto degli Stati Uniti sarebbe importante?
R. – Molto importante. Stiamo
chiedendo a tutti quelli che possono dare un qualsiasi aiuto di fare subito, di non
tardare, perché credo che questo gruppo potrebbe fare molto male. Oggi, c’è stato
questo attacco nella scuola, ma domani ce ne potrebbe essere uno al mercato e dopodomani
forse all’aeroporto. Dobbiamo stare attenti e vigilare, per questo abbiamo bisogno
degli aiuti dell’America, dell’Europa, dobbiamo essere equipaggiati e avere agenti
di sicurezza addestrati, per riuscire a vincere questa guerra contro Boko Haram.