Si vota in Sudafrica, favorito l’African National Congress
Urne aperte in Sudafrica per le elezioni generali, 25 milioni i potenziali votanti.
Favoritissimo nei sondaggi l’"African National Congress", al potere dal 1994, accreditato
del 63% dei consensi, mentre dovrebbero finire distanti la coalizione di centrodestra,
"Democratic Alliance", con il 23%, e i radicali "Economic Freedom Fighters" (Eff)
di Julius Malema, con poco meno del 5%. La campagna elettorale, però, è stata aspra.
A Johannesburg, Davide Maggiore ne ha chiesto il motivo a padre Jeremias
Dos Santos Martins, superiore dei Missionari comboniani nel Paese africano:
R. - Ci sono
partiti nuovi, specialmente quello di Jiulius Malema - Eff - che è molto aggressivo.
Questo ha portato anche un po’ di lotta in questa campagna elettorale. Lui è aggressivo
soprattutto riguardo al tema della terra, al riprendere cioè la terra ai bianchi,
poiché la riforma agraria non è stata ancora fatta. Il governo aveva promesso, ma
gli anni sono passati e questo non è stato mai fatto. E poi, riguardo anche la nazionalizzazione
delle miniere, poiché gran parte del prodotto del Sudafrica viene proprio dalle miniere:
lui pensa che nazionalizzando le miniere si potrebbe meglio distribuire la ricchezza
del Paese.
D. - Con quale stato d’animo la gente sta andando a votare?
R.
- Possiamo dire che ci sono due tipi di persone. Quelle che hanno detto: "Noi andiamo
a votare; vogliamo votare e votiamo Anc, perché è il nostro partito”, anche se poi
non hanno molta fiducia nei leader perché c’è stata molta corruzione, i soldi sono
spariti e senza che nessuno sappia dove sono andati a finire. Non vi è stato accesso
ai servizi elementari ed essenziale, come la casa, come il lavoro, come l’acqua o
l’elettricità… Il secondo tipo di elettori sono quelli che non sanno bene cosa devono
fare, sono un po’ scoraggiati e molti di questi non voteranno o voteranno altri partiti.
D. - Abbiamo parlato dei temi economici, che hanno avuto un grande ruolo in
questa campagna elettorale e in particolare gli appelli di Jiulius Malema alla nazionalizzazione
delle miniere e alla confisca delle terre. Questi saranno dei problemi che il nuovo
governo dovrà comunque affrontare?
R. - Credo che il governo stia pensando
soprattutto al problema della terra e non tanto alla nazionalizzazione delle miniere.
Ma, forse, rispetto alle miniere il governo deve chiedere ai padroni delle miniere
di pagare salari più giusti, perché i salari sono molto bassi e le condizioni di vita
delle persone sono molto basse: prendere 400 euro al mese non è sufficiente per avere
una vita degna.
D. - Quali sono le altre sfide che il nuovo governo dovrà affrontare?
R.
- Anzitutto, l’ineguaglianza del Paese. Ci sono due mondi che vivono uno al lato dell’altro:
il mondo dei ricchi, troppo ricchi, e il mondo dei poveri, troppo poveri. Le statistiche
dicono che il Sudafrica è il Paese più disuguale del mondo.
D. - A 20 anni
dalla data storica del 1994, cosa è rimasto del Sudafrica di Mandela, della "nazione
arcobaleno"?
R. - Io penso sia rimasto molto. L’Anc ha fatto molto in questi
20 anni. Non possiamo dire che non sia stato fatto niente, ma la gente forse si aspettava
ancora di più. La democrazia sudafricana è una cosa che rimane. Il lavoro fatto da
Mandela e l’esempio di Mandela rimangono nella mente della gente.