2014-05-07 13:59:02

Si vota in Sudafrica, favorito l’African National Congress


Urne aperte in Sudafrica per le elezioni generali, 25 milioni i potenziali votanti. Favoritissimo nei sondaggi l’"African National Congress", al potere dal 1994, accreditato del 63% dei consensi, mentre dovrebbero finire distanti la coalizione di centrodestra, "Democratic Alliance", con il 23%, e i radicali "Economic Freedom Fighters" (Eff) di Julius Malema, con poco meno del 5%. La campagna elettorale, però, è stata aspra. A Johannesburg, Davide Maggiore ne ha chiesto il motivo a padre Jeremias Dos Santos Martins, superiore dei Missionari comboniani nel Paese africano:RealAudioMP3

R. - Ci sono partiti nuovi, specialmente quello di Jiulius Malema - Eff - che è molto aggressivo. Questo ha portato anche un po’ di lotta in questa campagna elettorale. Lui è aggressivo soprattutto riguardo al tema della terra, al riprendere cioè la terra ai bianchi, poiché la riforma agraria non è stata ancora fatta. Il governo aveva promesso, ma gli anni sono passati e questo non è stato mai fatto. E poi, riguardo anche la nazionalizzazione delle miniere, poiché gran parte del prodotto del Sudafrica viene proprio dalle miniere: lui pensa che nazionalizzando le miniere si potrebbe meglio distribuire la ricchezza del Paese.

D. - Con quale stato d’animo la gente sta andando a votare?

R. - Possiamo dire che ci sono due tipi di persone. Quelle che hanno detto: "Noi andiamo a votare; vogliamo votare e votiamo Anc, perché è il nostro partito”, anche se poi non hanno molta fiducia nei leader perché c’è stata molta corruzione, i soldi sono spariti e senza che nessuno sappia dove sono andati a finire. Non vi è stato accesso ai servizi elementari ed essenziale, come la casa, come il lavoro, come l’acqua o l’elettricità… Il secondo tipo di elettori sono quelli che non sanno bene cosa devono fare, sono un po’ scoraggiati e molti di questi non voteranno o voteranno altri partiti.

D. - Abbiamo parlato dei temi economici, che hanno avuto un grande ruolo in questa campagna elettorale e in particolare gli appelli di Jiulius Malema alla nazionalizzazione delle miniere e alla confisca delle terre. Questi saranno dei problemi che il nuovo governo dovrà comunque affrontare?

R. - Credo che il governo stia pensando soprattutto al problema della terra e non tanto alla nazionalizzazione delle miniere. Ma, forse, rispetto alle miniere il governo deve chiedere ai padroni delle miniere di pagare salari più giusti, perché i salari sono molto bassi e le condizioni di vita delle persone sono molto basse: prendere 400 euro al mese non è sufficiente per avere una vita degna.

D. - Quali sono le altre sfide che il nuovo governo dovrà affrontare?

R. - Anzitutto, l’ineguaglianza del Paese. Ci sono due mondi che vivono uno al lato dell’altro: il mondo dei ricchi, troppo ricchi, e il mondo dei poveri, troppo poveri. Le statistiche dicono che il Sudafrica è il Paese più disuguale del mondo.

D. - A 20 anni dalla data storica del 1994, cosa è rimasto del Sudafrica di Mandela, della "nazione arcobaleno"?

R. - Io penso sia rimasto molto. L’Anc ha fatto molto in questi 20 anni. Non possiamo dire che non sia stato fatto niente, ma la gente forse si aspettava ancora di più. La democrazia sudafricana è una cosa che rimane. Il lavoro fatto da Mandela e l’esempio di Mandela rimangono nella mente della gente.







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