2014-05-06 18:53:38

L'Ocse taglia le stime sul Pil. Sul calo dell'Irpef il commento del giurista Bevilacqua


L'Ocse rivede lievemente al ribasso le sue stime di crescita per il Pil italiano, da +0,6% a +0,5%. Per il 2015 è previsto un +1,1%, grazie ai “moderati tagli alle tasse”, dice l’istituto. Intanto il segretario generale Camusso, dal congresso nazionale a Rimini, lancia quattro sfide al governo su pensioni, ammortizzatori sociali, lavoro povero e fisco. Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Qualche spiraglio di luce ma ancora molta incertezza sul futuro. Le stime Ocse sull’economia italiana confermano quanto già segnalato nei giorni scorsi dal’Unione europea. Riviste lievemente al ribasso le stime di crescita per il prodotto interno lordo: quest’anno + 0,5%; il prossimo + 1,1%, grazie alla spinta data “dal ritorno della fiducia” e “dai moderati tagli alle tasse”. Situazione sempre grave sul fronte del debito, che rende l’Italia ancora vulnerabile a potenziali scossoni dei mercati. Per l’Ocse è essenziale la cautela sui conti pubblici. Ma a preoccupare l’organizzazione con sede a Parigi è soprattutto il livello della disoccupazione: 12,8% nel 2014; solo un leggero calo nel 2015. Per il ministro dell’Economia Padoan l’analisi Ocse è comunque molto incoraggiante per il Paese, perché conferma gli effetti positivi delle misure appena varate. Il ministro del Lavoro Poletti assicura che tutte le riforme in cantiere rispondono alla logica di accelerare la crescita: naturalmente anche la riforma del lavoro. E a proposito: oggi il decreto che prende il nome proprio di Poletti è approdato in aula al Senato, dopo aver incassato in commissione il via libera agli otto emendamenti del governo. Tra le novità più controverse, la cancellazione dell'obbligo di assunzione per le aziende che sfondavano il tetto del 20% del numero di precari: la sanzione resta, ma è in denaro.

L’Ocse afferma che un contributo alla crescita potrebbe arrivare dal taglio dell’Irpef. Alessandro Guarasci ha sentito il parere del giurista esperto di economia Nunzio Bevilacqua:RealAudioMP3

R. – Il calo dell’Irpef sul breve termine ha effetti sicuramente non dirompenti: non si tratta di una misura che ontologicamente creerà uno shock sull’economia. Certamente, è una misura sociale, necessaria oggi per disinibire un consumo che ormai è strettamente asfittico. Sul medio-lungo termine, se si troveranno quelle misure che consentiranno di rendere questa forma di intervento nell’economia veramente strutturale, si potranno avere ottimi effetti non prima di tre anni. Sicuramente, la misura dovrà essere accompagnata da misure sul lavoro che consentano un maggiore turn-over proprio nel campo del lavoro.







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