Nel 34.mo anniversario della morte e alla vigilia delle elezioni per il Parlamento europeo, si è tenuto nei giorni scorsi a Roma un incontro su Igino Giordani, giornalista e scrittore cristiano, politico libero dai condizionamenti del potere e pioniere dell’unità europea. Nell’occasione è stata presentata anche la sua biografia realizzata da Tommaso Sorgi: ”Igino Giordani. Storia dell’uomo che divenne Foco”, pubblicata da Città Nuova. Adriana Masotti ha intervistato Alberto Lo Presti, politologo, direttore del Centro Studi Igino Giordani, intervenuto all’evento:
R. – Igino Giordani ha attraversato tutte le sfide principali del XX secolo: lo troviamo
tra i primi ad accompagnare Luigi Sturzo nelle neonate vicende del Partito popolare
italiano; lo troviamo agguerrito oppositore del fascismo e del paganesimo
fascista; al fianco di De Gasperi per la Democrazia Cristiana con delle battaglie
importanti in nome della pace e della concordia in Parlamento; lo troviamo anche co-fondatore
del Movimento dei Focolari con Chiara Lubich, anticipando alcune delle tesi del Concilio
Vaticano II.
D. – Giordani era un uomo intero che non separava il fare politica dal vivere
la fede cristiana, e per questo ha anche subito calunnie e incomprensioni
…
R. – E’ tipico dei giusti! Igino Giordani perse il suo posto di lavoro con il Partito
Popolare di Sturzo quando i partiti furono chiusi dal regime fascista; andò ad insegnare:
per non piegarsi alla liturgia fascista, perse anche quel posto di lavoro. Ad un certo
punto fu costretto ad andare negli Stati Uniti d’America per due anni. Con la Democrazia
Cristiana, lo troviamo addirittura su posizioni non concilianti con quelle del partito
politico: per esempio, fu il primo ad avanzare una legge sull’obiezione di coscienza
…
D. – Torniamo al contesto attuale e cioè le elezioni europee. Che cosa ha a che fare
Giordani con l’Europa e con l’Europa unita?
R. – Era uno specialista d’Europa. Nel 1923, chiama in causa l’Internazionale
Europea, perché capiva che l’unico modo per pacificare l’Europa e il mondo
era un assetto di concordia delle Nazioni europee. Siamo nel 1923 quando, dopo la
Prima Guerra Mondiale, alle Conferenze di pace successive al Trattato di Versailles
non si parlavano i francesi con i tedeschi, gli austriaci con i belgi … anche fra
i cattolici. Non solo: negli anni a seguire, con la deriva del fascismo, parlerà dello
smarrimento dell’Europa cristiana e, ancora, successivamente ricordiamo
quel suo celebre discorso sul Patto Atlantico, nel 1949, nel quale sognava un’Europa
unita dal Portogallo agli Urali.
D. – Ecco: l’incontro dei giorni scorsi, a Roma, è stato anche l’occasione per presentare
il volume: “Igino Giordani, storia dell’uomo che divenne Foco”. Qui, però, bisogna
spiegare un po’ il titolo …
R. – “Foco” è il modo con il quale Igino Giordani è conosciuto nei circa 180 Paesi
del mondo, in cui è diffuso il Movimento dei Focolari. Questo libro di Tommaso Sorgi,
racconta le vicende biografiche di Igino Giordani prima di conoscere Chiara Lubich,
la fondatrice dei Focolari, un incontro che avvenne nel ‘48.
D. – Igino Giordani è sempre stato conosciuto come un veemente politico, scrittore
… “Foco” sta a dire questo fuoco che c’era in lui ma che, dopo l’incontro con Chiara,
ha avuto anche una trasformazione …
R. – Sì: nei primi anni Venti, di fronte a un certo ateismo che si stava propagando,
Igino Giordani viene riconosciuto come il “martello degli eretici”, cioè uno che non
fa passare una virgola delle nuove dottrine, senza passarle al vaglio della morale
cristiana. Quando conosce l’ideale dell’unità del Movimento dei Focolari, mette a
disposizione tutto questo suo bagaglio di valori al servizio del dialogo: al servizio
del dialogo con i lontani, con quelli che hanno più bisogno del messaggio sociale
cristiano. Ed in questo senso abbiamo un Igino Giordani che da “martello”, trasforma
se stesso in “mantello” degli eretici. Tommaso Sorgi è il più grande biografo di Igino
Giordani: in 20 anni è riuscito a scrivere un libro che è documentale, da una parte,
di grande sollecitazione spirituale, dall’altra, per fare qualcosa che – a mio avviso
– sarà insuperabile.
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