2014-05-06 12:05:00

Igino Giordani, giornalista e scrittore cristiano: la politica come servizio.


Nel 34.mo anniversario della morte e alla vigilia delle elezioni per il Parlamento europeo, si è tenuto nei giorni scorsi a Roma un incontro su Igino Giordani, giornalista e scrittore cristiano, politico libero dai condizionamenti del potere e pioniere dell’unità europea. Nell’occasione è stata presentata anche la sua biografia realizzata da Tommaso Sorgi: ”Igino Giordani. Storia dell’uomo che divenne Foco”, pubblicata da Città Nuova. Adriana Masotti ha intervistato Alberto Lo Presti, politologo, direttore del Centro Studi Igino Giordani, intervenuto all’evento: 



R. – Igino Giordani ha attraversato tutte le sfide principali del XX secolo: lo troviamo tra i primi ad accompagnare Luigi Sturzo nelle neonate vicende del Partito popolare italiano; lo troviamo agguerrito oppositore del fascismo e del paganesimo fascista; al fianco di De Gasperi per la Democrazia Cristiana con delle battaglie importanti in nome della pace e della concordia in Parlamento; lo troviamo anche co-fondatore del Movimento dei Focolari con Chiara Lubich, anticipando alcune delle tesi del Concilio Vaticano II.

D. – Giordani era un uomo intero che non separava il fare politica dal vivere la fede cristiana, e per questo ha anche subito calunnie e incomprensioni …

R. – E’ tipico dei giusti! Igino Giordani perse il suo posto di lavoro con il Partito Popolare di Sturzo quando i partiti furono chiusi dal regime fascista; andò ad insegnare: per non piegarsi alla liturgia fascista, perse anche quel posto di lavoro. Ad un certo punto fu costretto ad andare negli Stati Uniti d’America per due anni. Con la Democrazia Cristiana, lo troviamo addirittura su posizioni non concilianti con quelle del partito politico: per esempio, fu il primo ad avanzare una legge sull’obiezione di coscienza …

D. – Torniamo al contesto attuale e cioè le elezioni europee. Che cosa ha a che fare Giordani con l’Europa e con l’Europa unita?

R. – Era uno specialista d’Europa. Nel 1923, chiama in causa l’Internazionale Europea, perché capiva che l’unico modo per pacificare l’Europa e il mondo era un assetto di concordia delle Nazioni europee. Siamo nel 1923 quando, dopo la Prima Guerra Mondiale, alle Conferenze di pace successive al Trattato di Versailles non si parlavano i francesi con i tedeschi, gli austriaci con i belgi … anche fra i cattolici. Non solo: negli anni a seguire, con la deriva del fascismo, parlerà dello smarrimento dell’Europa cristiana e, ancora, successivamente ricordiamo quel suo celebre discorso sul Patto Atlantico, nel 1949, nel quale sognava un’Europa unita dal Portogallo agli Urali.

D. – Ecco: l’incontro dei giorni scorsi, a Roma, è stato anche l’occasione per presentare il volume: “Igino Giordani, storia dell’uomo che divenne Foco”. Qui, però, bisogna spiegare un po’ il titolo …

R. – “Foco” è il modo con il quale Igino Giordani è conosciuto nei circa 180 Paesi del mondo, in cui è diffuso il Movimento dei Focolari. Questo libro di Tommaso Sorgi, racconta le vicende biografiche di Igino Giordani prima di conoscere Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari, un incontro che avvenne nel ‘48.

D. – Igino Giordani è sempre stato conosciuto come un veemente politico, scrittore … “Foco” sta a dire questo fuoco che c’era in lui ma che, dopo l’incontro con Chiara, ha avuto anche una trasformazione …

R. – Sì: nei primi anni Venti, di fronte a un certo ateismo che si stava propagando, Igino Giordani viene riconosciuto come il “martello degli eretici”, cioè uno che non fa passare una virgola delle nuove dottrine, senza passarle al vaglio della morale cristiana. Quando conosce l’ideale dell’unità del Movimento dei Focolari, mette a disposizione tutto questo suo bagaglio di valori al servizio del dialogo: al servizio del dialogo con i lontani, con quelli che hanno più bisogno del messaggio sociale cristiano. Ed in questo senso abbiamo un Igino Giordani che da “martello”, trasforma se stesso in “mantello” degli eretici. Tommaso Sorgi è il più grande biografo di Igino Giordani: in 20 anni è riuscito a scrivere un libro che è documentale, da una parte, di grande sollecitazione spirituale, dall’altra, per fare qualcosa che – a mio avviso – sarà insuperabile.
 








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