Oltre 5.000 sfollati si trovano in gravi condizioni nell’area di Agok, nei pressi
di Abyei, al confine tra Sud Sudan e Sudan. Queste persone, provenienti dallo Stato
di Unità, sono prive di riparo, cibo, cure mediche e di ogni altro servizio di base.
Secondo padre Biong Kuol, vice parroco nella regione di Abyei, intervistato dal Catholic
Radio Network, la situazione degli sfollati rimane molto difficile nonostante gli
sforzi prodigati dalla locale Caritas che però non sono sufficienti a far fronte all’afflusso
di nuovi profughi provenienti dalle aree di Dinam e Mayom, in fuga dai combattimenti
tra le forze governative fedeli al Presidente Salva Kiir e quelle ribelli dell’ex
vice Presidente Riek Machar.
Gli sfollati - riporta l'agenzia Fides - sono
radunati all’addiaccio in tre campi all’aperto, senza alcun riparo. P. Kuol ha lanciato
un appello alle autorità perché intervengano per salvare la vita di queste persone,
ed ha criticato i responsabili politici che trascurano le sofferenze della popolazione
innocente.
Lo scontro tra il Presidente Kiir e il suo ex Vice ha assunto una
dimensione etnica, essendo il primo Dinka e il secondo Nuer. Padre Kuol ha però denunciato
la manipolazione politica delle etnie, ricordando che, ad Abyei, Nuer e Dinka hanno
sempre vissuto pacificamente insieme.
Le violenze e le tensioni etniche non
si placano in Sud Sudan, al punto che i Nuer accolti nei campi per sfollati nella
capitale Juba hanno chiesto di essere trasferiti in strutture di accoglienza nei Paesi
limitrofi per paura di rappresaglie visto che sono considerati dal governo come membri
dell’insurrezione. (R.P.)