Lavoro domenicale, mons. Bregantini: l’uomo non può essere ridotto al commercio
In Italia, la domenica il 30% dei centri commerciali e il 25 % di negozi a conduzione
famigliare sono aperti. Questi gli ultimi dati della Confesercenti. Contro questo
fenomeno che svilisce il significato del giorno sacro dedicato al Signore, si è pronunciato
mons. Giancarlo Bregantini presidente della Commissione per i problemi sociali
e il lavoro della Conferenza episcopale italiana. Ascoltiamo il suo commento al microfono
di Marina Tomarro:
R. – E’ scandaloso.
Per esempio, la Svizzera, la Germania ed altri Stati in Europa non hanno mai accettato
questa legislazione del lavoro domenicale. Allora, impariamo da queste nazioni a scegliere
l’essenziale: si fa spesa per sei giorni e la domenica si riposa, si sta a casa. La
società ne guadagna, ma soprattutto ne guadagna la dimensione etica, che è il nocciolo
del discorso. Se io la domenica non so dare valore al gratuito, io riduco tutto al
commerciale, cioè a ciò che mi serve o a ciò che tu mi dai, non al tempo libero per
la famiglia o per Dio o per te stesso. L’uomo viene ridotto a “cosa”, a “commercio”,
non c’è più la certezza di una persona amata, rispettata ed accompagnata, perché è
persona, non perché è “cosa”.
D. – Cosa deve fare la Chiesa proprio per dare
una mano ed evitare che la gente vada a lavorare la domenica? E quali sono anche le
conseguenze sulle famiglie, secondo lei?
R. – La Chiesa deve fare molto di
più, vescovi compresi. Io suggerirei che ci debba essere una mobilitazione di tutte
le parrocchie, in una data precisa, concordata a livello nazionale, che aiuti a leggere
e ad aprire gli occhi su questo; una domenica concordata, dove tutti preghino nelle
chiese, ne parlino nelle omelie e i cristiani manifestino davanti agli ipermercati
aperti. Quanti i danni, infatti, che le mamme ci raccontano, lo strazio. Come fa una
mamma ad uscire di casa, se non sa a chi affidare il suo bimbo? Ecco perché fu apprezzato
quel gesto del Papa che, mesi fa, telefonò a quel bambino del Nord, che gli scrisse:
“La domenica sono sempre solo: chiamami tu!”. E lui l’ha chiamato. Ecco, questo è
il dramma, per cosa poi? Per questa tesi, secondo la quale la domenica arricchisce
la società e favorisce il commercio. Sono bugie, che la Confcommercio ha ampiamente
smentito, con dati precisi alla mano: con un calo del 2 o 3 per cento su tutta Italia.