2014-05-03 11:29:00

Il Papa ai vescovi dello Sri Lanka: "Lavorate per la riconciliazione e la pace"


Un incoraggiamento nel lavoro di riconciliazione e di ricostruzione della società civile nello Sri Lanka è venuto da Papa Francesco. Nel discorso consegnato ai vescovi dell’isola, ricevuti stamani in occasione della visita ad Limina, il Papa ha ricordato l’impegno delle realtà legate alla Chiesa cattolica ed ha esortato a rispettare la dignità e il primato della famiglia. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

Lo Sri Lanka ha bisogno del lievito del Vangelo. Papa Francesco ricorda ai vescovi srilankesi che i doni della fede vanno condivisi soprattutto in un Paese dove si intravede “una nuova alba di speranza”. Dopo anni di guerre, infatti, è tornata la pace ma le persone stanno cercando di “ricostruire le loro vite e le loro comunità”. “Molto lavoro – scrive il Papa – deve essere fatto per promuovere la riconciliazione, per il rispetto dei diritti umani e per superare le tensioni etniche che rimangono”. Francesco ricorda che la Chiesa dello Sri Lanka vive una particolare unità, “al suo interno infatti cingalesi e tamil trovano opportunità per studiare, lavorare e frequentare insieme la parrocchia” senza negare le difficoltà, le paure e la mancanza di fiducia. “La fede – aggiunge il Papa – può provvedere a creare un’atmosfera di dialogo per costruire una società più giusta”.

Il volto della Chiesa srilankese è anche misericordioso: il Pontefice ricorda l’opera della locale Caritas dopo lo tsunami del 2004 e gli sforzi nell’impegno di riconciliazione e ricostruzione post-bellica. Importante anche la dedizione nei settori dell’educazione, della sanità e nell’assistenza ai poveri. Nel generale contesto di crescita economica, “questa testimonianza profetica di servizio – scrive Francesco – dimostra che i poveri non possono essere dimenticati né può essere permessa una crescente ineguaglianza”. Da qui l’invito ai vescovi perché lavorino per una società sempre più inclusiva.

“Lo Sri Lanka – aggiunge il Papa – non è solo un Paese con diversità etniche ma anche di tradizioni religiose diverse”, pertanto è importante il dialogo interreligioso per promuovere la conoscenza e l’arricchimento reciproco. Il Pontefice però non nasconde l’ascesa di estremisti religiosi che “nel promuovere un falso senso di unità nazionale basato su una singola identità religiosa, hanno creato tensioni attraverso vari atti di intimidazione e di violenza”. La Chiesa, sottolinea, deve rimanere salda nonostante le tensioni che potrebbero minare i rapporti tra le diverse fedi.

Papa Francesco ricorda anche il contributo che danno i sacerdoti nella promozione della riconciliazione e del dialogo. Sono “una grande benedizione e un frutto diretto dei semi missionari piantati molto tempo fa”. Da qui l’invito ai vescovi ad essere “padri” “attenti alla formazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale” non solo durante il seminario ma “per tutta la vita”. Un particolare pensiero il Papa lo rivolge ai consacrati, alle consacrate e ai laici, “la loro vocazione è fondamentale per la diffusione del Vangelo” soprattutto nelle zone rurali.

Infine, il Papa si sofferma sulla famiglia messa a dura prova dalla guerra che ha provocato sfollati e che ha fatto soffrire per la morte dei propri cari. “Molti hanno perso la loro occupazione e così le famiglie sono state separate, i coniugi hanno lasciato le loro case in cerca di lavoro”. Francesco rileva che stanno crescendo i matrimoni misti ma questo richiede “una maggiore attenzione alla preparazione e all’assistenza delle coppie che dovranno educare i loro figli nella fede”. “Quando siamo attenti alle nostre famiglie e alle loro esigenze, quando comprendiamo le loro difficoltà e speranze, - scrive il Papa - rafforziamo la testimonianza della Chiesa e l'annuncio del Vangelo”. Gli sforzi della Chiesa srilankese nel sostegno alla famiglia si traducono in un aiuto a tutta la società dello Sri Lanka. “Vi esorto – conclude – ad essere sempre vigili, a lavorare con le autorità governative, con gli altri leader religiosi per garantire che sia rispettata la dignità e il primato della famiglia”.







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