Giornata mondiale per la libertà di stampa: 1054 giornalisti uccisi negli ultimi
22 anni
Si celebra oggi la Giornata mondiale per la libertà di stampa. Il segretario generale
delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha sottolineato in un messaggio l’importanza della
libertà di informazione, diritto sancito nell’articolo 19 della Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo. Elisa Sartarelli ha sentito il direttore dell’osservatorio
Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato:
R. - La Giornata
mondiale della libertà di informazione è dedicata alla memoria dei giornalisti che
vengono uccisi ogni anno a causa del loro lavoro. In Italia, quest’anno la giornata
viene celebrata a Cagliari per iniziativa dell’Unione Nazionale Cronisti. I giornalisti
uccisi negli ultimi 22 anni sono 1054, secondo le statistiche di Reporter Sans Frontières.
Due terzi di questi giornalisti che hanno perso la vita non erano corrispondenti di
guerra ma cronisti locali che lavoravano in Paesi pacifici, come l’Italia. In realtà
c’è una strage di “corrispondenti di pace”, cioè di cronisti locali che seguono i
fatti di corruzione, i comportamenti scorretti del potere e per questo possono essere
uccisi, nei casi più gravi. Però, per ogni giornalista ucciso ce ne sono molte migliaia
di minacciati, anche in Italia, dove con il nostro osservatorio "Ossigeno per l’Informazione"
negli ultimi sette anni abbiamo fatto un elenco di 1860 giornalisti che hanno subito
minacce, intimidazioni, aggressioni e gravissimi abusi.
D. - In Italia c’è
libertà di stampa...
R. - Sì, però dobbiamo cominciare a ragionare in un modo
più serio: la libertà di stampa è qualcosa che anche quando è libera subisce delle
limitazioni da parte della legge, e anche a seguito di queste minacce e intimidazioni,
che sono il modo in cui nei Paesi liberi e democratici si sta affermando una nuova
forma di censura molto insidiosa, subdola che preoccupa tutte le istituzioni internazionali,
dalle Nazioni Unite alle istituzioni europee. In Italia abbiamo moltissime manifestazioni
di questo tipo di censura che colpiscono e oscurano le notizie più rilevanti, quelle
che disturbano il potere.
D. - Oggi molte notizie circolano su internet e sui
social network: ma quanto sono attendibili?
R. - Dobbiamo sempre distinguere
tra notizie giornalistiche prodotte in modo professionale e informazioni di cui nessuno
garantisce pienamente l’attendibilità; entrambi importanti, però è chiaro che ciò
che permette ai cittadini di partecipare pienamente alla vita pubblica nei Paesi come
l’Italia sono le informazioni verificate e professionali. Quindi penso che la rete
debba restare completamente libera ma è chiaro che le notizie che non hanno una certificazione
professionale siano sempre da prendere con le molle.
D. - Ancora non si può
parlare di libertà di stampa a livello mondiale…
R. - La libertà di stampa
è collegata al potere dell’informazione, il cosiddetto quarto potere. Si tratta di
un potere di controllo sugli altri poteri - l’esecutivo, il legislativo e il giudiziario
- che è stato riconosciuto e affermato per ultimo, e che si tende sempre a limitare
in quanto una stampa completamente libera impedisce al potere di uscire dai confini
della legittimità. Vediamo le vicende degli Stati Uniti, delle intercettazioni dei
dati telefonici; periodicamente il potere si espande e limita la libertà di informazione.