Appello della Comece: Europa unita, un dovere di tutti
“La riconciliazione e la riunificazione sono la ragion d’essere e il motore storico
principale dell’integrazione europea. Per questo abbiamo sempre, dieci anni dopo l’allargamento,
il dovere di continuare a lavorare al ravvicinamento in Europa”. Lo scrive il cardinale
Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga e presidente della Commissione degli
episcopati della Comunità europea (Comece), in una dichiarazione diffusa in occasione
del decimo anniversario dell’allargamento a est dell’Unione Europea. Era infatti il
primo maggio 2004 quando Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria aderirono all’Ue. “Mai nel passato –
ricorda il porporato, citato da L’Osservatore Romano – tante nazioni avevano
aderito tutte insieme all’Unione”. Un precedente, dunque, sia per la sua ampiezza
sia per la sua dimensione storica, “conseguenza della rivoluzione pacifica condotta
negli ex Paesi comunisti nel 1989”. Ciò ha rappresentato una sfida, sia per l’Ovest
che per l’Est del Vecchio continente: “L’Europa doveva riformarsi dopo decenni di
divisione. Ecco perché l’allargamento dell’Ue nel 2004 ha rappresentato una vera riunificazione
dell’Europa”. Nell’Unione Europea, la sfida di approfondire la comunione fra l’Est
e l’Ovest resta di attualità, anche se, nota il cardinale Marx, “le differenze nel
nostro vissuto continuano a modellare pensieri e opinioni”. Sono in particolare le
Chiese di tutte le confessioni – osserva il presidente della Comece –
a trovarsi nell’obbligo di contribuire alla comunità dei popoli. E in questo contesto,
sottolinea, “la Canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II ci invita a volgere la nostra
attenzione sul contributo del grande Pontefice polacco al crollo del comunismo, alla
fine della divisione dell’Europa e all’adesione dei Paesi dell’Europa centrale e orientale
all’Unione Europea”. “Giovanni Paolo II – ricorda l’arcivescovo di Monaco e Frisinga
– parlava di due polmoni dell’Europa, che sono l’Est e l’Ovest. Europa orientale
e occidentale sono dunque parti differenti, non identiche e con proprie caratteristiche,
ma fanno parte integrante dello stesso organo vitale e dipendono l’una dall’altra”.
“San Giovanni Paolo II – conclude il porporato – esorta la Chiesa e
il mondo politico a continuare, a Est e a Ovest, il cammino necessario per giungere
a una vera unità dell’Europa” (I.P.)