2014-05-02 14:30:25

I vescovi spagnoli: ogni attacco alla dignità del lavoro è una negazione di Dio


Nel messaggio per la Festa dei Lavoratori del primo maggio, i vescovi della Conferenza episcopale spagnola hanno ribadito che “quando la vita sociale e il lavoro mettono al centro il denaro e non la persona si nega il primato dell’essere umano sulle cose, si nega il primato di Dio”. Dal titolo, “Se manca il lavoro, la dignità dell’uomo è ferita”, il messaggio episcopale pone in evidenza che la disoccupazione, la precarietà, l’economia sommersa, il lavoro minorile, la discriminazione di genere o di razza, l’iniqua retribuzione salariale e le ingiuste condizioni lavorative sono “ferite” alla dignità delle persone e si ripercuotono gravemente sulle famiglie, disumanizzando la loro esistenza. Nel documento, la Commissione pastorale per gli operai dell’episcopato spagnolo esorta i credenti a non restare indifferenti davanti alla sofferenza di tanti lavoratori e a ricordare l’invito di Papa Francesco che nell’Evangelii Gaudium chiede di non “rimanere sordi a quel grido, quando noi siamo gli strumenti di Dio per ascoltare il povero”. Un paragrafo del messaggio è dedicato alle persone che hanno perso la vita sul lavoro, nella maggior parte dei casi a causa della mancanza di sicurezza o per la precarietà e la scarsa formazione. “Gli incidenti sul lavoro tingono di dolore la vita di tante famiglie”, si legge nel messaggio che esorta i movimenti cristiani dei lavoratori a controllare e denunciare le irregolarità nei luoghi di lavoro perché “le conseguenze sono sempre catastrofiche: morte, perdita della salute e povertà”. “Festeggiare il primo maggio dalla prospettiva della fede – si legge – è rinnovare il proprio impegno perché ogni uomo e ogni donna possa avere un lavoro degno”, come ha ricordato Benedetto XVI nella Caritas in veritate: un lavoro scelto liberamente, che contribuisca allo sviluppo della comunità, che consenta di soddisfare le necessità delle famiglie, un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale. (A. T.)







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