2014-05-01 06:45:00

Iraq al voto tra attentati e violenze 11 anni dopo Saddam


Urne aperte in Iraq dove gli elettori sono chiamati a rinnovare il Parlamento. Si tratta delle prime elezioni dopo il ritiro delle truppe americane. Ad 11 anni dalla caduta del regime di Saddam Hussein, il Paese è ancora sconvolto da attentati e violenze. Almeno 17 le persone morte oggi in seguito a diversi attacchi. Il servizio di Barbara Schiavulli:

Quali le speranze sono riposte in queste consultazioni? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei:

R. – Le elezioni sono la cosa più importante per il Paese: per portarlo avanti, per arrivare al successo, alla pace, alla sicurezza stessa del popolo iracheno. Ma purtroppo avvengono in una situazione molto difficile a causa degli atti terroristici. Vogliono tutti che ci sia la pace e la sicurezza nei prossimi giorni, affinché le elezioni siano veramente buone ed agevoli per il popolo iracheno. Speriamo che imparerino tutti da questa esperienza negativa, così da poter arrivare ad un momento buono e positivo per la nazione. 

D. – Mons. Warduni, in questo momento chi è che può e che deve aiutare l’Iraq?

R. – Per me sono gli iracheni che dovrebbero aiutarsi gli uni gli altri, ma anche i Paesi vicini… Dove si pensa veramente in Dio, lì si può fare veramente qualcosa di buono. Dove si fanno le cose con amore e senza interessi personali, lì allora potrebbero avvenire dei miracoli veramente buoni.

(Tratto dall'archivio di radiovaticana.va)








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