Focolari, Meeting dei giovani a Loppiano per costruire un'Italia migliore, più solidale
e fraterna
Chi ha detto che ai giovani d'oggi non sta a cuore il proprio Paese e la propria gente?
A dimostrare il contrario sono ad esempio i circa 2.000 ragazzi e ragazze che si sono
dati appuntamento alla Cittadella internazionale del Movimento dei Focolari di Loppiano,
vicino a Firenze, per la 41.esima edizione del Meeting del 1° maggio. Al centro della
manifestazione, i temi della legalità, dialogo interreligioso e immigrazione. In mostra
una ventina di stand con alcune delle azioni concrete che i “Giovani per un mondo
unito”, organizzatori dell’evento, stanno già realizzando in diverse città per costruire
un’Italia migliore, più solidale e fraterna. Originale il titolo dell’edizione di
quest’anno: “#Spiazzaci”. Adriana Masotti ne ha parlato con Edoardo Zenone,
giovane graphic designer di Torino tra gli organizzatori del Meeting:
R. – E’ nata
quasi come battuta: stavamo cercando un titolo che rappresentasse la nostra voglia
di sorprendere l’Italia. Infatti, noi siamo sicurissimi che i giovani – i “Giovani
per un mondo unito” ma anche tutti i giovani italiani – abbiano tante, tantissime
idee che possono sorprendere, anche a livello scenografico. Questo giocare poi con
la parola “piazza” … vivere in una città, una città qualunque, in qualsiasi parte
d’Italia, con un ideale, una regola d’oro: fare agli altri ciò che vorremmo fosse
fatto a noi, e non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. L’hashtag
era solo per legarci un po’ anche alla modernità, al modo di vivere oggigiorno con
twitter, facebook, che ci caratterizza.
D. – “#Spiazzaci” con le iniziative.
E a Loppiano sono allestiti una ventina di stand con altrettante iniziative in corso
in diverse città italiane, su temi come legalità, solidarietà … che cosa vogliono
dire?
R. – Vogliamo semplicemente rappresentare il fatto che non è che noi
proponiamo qualcosa che ancora è tutta da fare; ma ci sono già da decenni delle azioni
concrete che si compiono nel territorio. Penso, ad esempio, alla scuola di partecipazione
politica di Torino o a Milano con l’Associazione Arcobaleno, che si occupa di insegnare
l’italiano agli immigrati e anche di inserirli nei diversi ambienti, sia di lavoro
ma anche di vita sociale; a Firenze, insieme a Unicoop, da anni si realizzano, tramite
la Fondazione “Il cuore si scioglie”, viaggi in Africa, in particolare in Camerun:
con i giovani in loco si fanno attività ludiche ma anche il doposcuola e l’insegnamento
di mestieri che li possono aiutare a trovare lavoro nel loro stesso Paese.
D.
– Che cos’è che lega tutti i giovani che partecipano a queste azioni?
R. –
Proprio la voglia e anche il bisogno di impegnarsi a realizzare qualcosa di diverso.
Alla fine, non è che siamo fuori dal mondo: vediamo come va il nostro Paese, le cose
che ci piacciono e anche le cose che non ci piacciono; di idee ne abbiamo e
abbiamo anche la voglia di realizzarle, ma anche la voglia di confrontarci tra di
noi per capire quale sia la strada migliore da percorrere tutti insieme.
D.
– A questo proposito, molti di voi trovano nella fede in Gesù e nel Vangelo la spinta
per la propria vita e le proprie azioni; per altri, che cos’è che li muove?
R.
– Mah … anche questa regola d’oro, questo fare agli altri ciò che noi vorremmo fosse
fatto a noi, alla fine, è qualcosa che è nel dna di ognuno. E’ abbastanza impossibile
trovare qualcuno che non sia concorde con questa frase. E anche l’esperienza che alcuni
di noi fanno da anni e che, se si vive veramente, se non è solamente una frase che
magari possiamo leggere in un cioccolatino o su facebook o da qualche altra parte,
ma se si prova a viverla, le cose cambiano realmente. Quindi, anche chi non ha un
credo religioso può tranquillamente ritrovarsi in mezzo agli altri.
D. – Quest’anno,
Loppiano festeggia i suoi 50 anni. Anche per questo è pronta una mostra che ha per
titolo: “Silvia Lubich, un ‘sì’ che la rese Chiara”, sulla vita della fondatrice dei
Focolari. Un po’ particolare, questa mostra …
R. – Sì. E' anche la prima volta
che il Movimento dei Focolari si lancia in un’iniziativa di questo genere. Sono sei
sale interattive, realizzate tutte da ragazzi rigorosamente under-30 – scenografi,
pittori, scultori, grafici, pubblicitari – che si sono messi lì e hanno deciso di
dare la possibilità concreta di conoscere Chiara Lubich, dalla sua infanzia fino al
momento della sua partenza per il cielo, e di farsi praticamente non portavoce, ma
diffusori del suo messaggio. Ognuno, poi, trae le conclusioni che vuole e prende quello
che più lo colpisce. Tutti mettono a disposizione le loro professionalità per dare
a tutti la possibilità di incontrare una persona che a noi, singolarmente, ha cambiato
la vita.