Udienza generale. Il Papa: Dio ci doni la grazia dell’intelletto per capire le cose
come Lui
È la grazia dell’intelletto che permette alle persone di fede di leggere e comprendere
ogni cosa con gli occhi e il cuore di Dio. È questo il pensiero di fondo della catechesi
che Papa Francesco ha svolto all’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro,
davanti a circa 60 mila persone. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Per capire le
cose della vita usiamo l’intelligenza, per comprendere quelle di Dio abbiamo bisogno
dell’“intelletto”. La prima è una dote umana, il secondo è un dono dello Spirito Santo.
Papa Francesco distingue tra due parole che i vocabolari considerano sinonimi. Non
così nella dimensione della fede, dove fra intelligenza e intelletto corre invece
un abisso perché – spiega il Papa – rispetto all’intelligenza l’intelletto è una “grazia”
divina che suscita nel cristiano “la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno
della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza”:
“Questo
dono ci fa capire le cose come le capì Dio, come le capisce Dio, con l’intelligenza
di Dio. Perché uno può capire una situazione con l’intelligenza umana, con prudenza,
e va bene. Ma, capire una situazione in profondità, come le capisce Dio, è l’effetto
di questo dono. E Gesù ha voluto inviarci lo Spirito Santo perché noi abbiamo questo
dono, perché tutti noi possiamo capire le cose come Dio le capisce, con l’intelligenza
di Dio. E’ un bel regalo che il Signore ci ha fatto a tutti noi”.
Regalo
che non vuol dire automatismo, perché per “intus legere”, cioè per “leggere dentro”
– come dicevano i latini, da cui la parola “intelletto” – è necessaria una vita di
fede, alla quale questo dono è “strettamente connesso”, afferma il Papa. Che soggiunge:
“Quando lo Spirito Santo abita nel nostro cuore e illumina la nostra mente ci fa
crescere giorno dopo giorno nella comprensione di quello che il Signore ha detto e
ha compiuto”:
“Capire gli insegnamenti di Gesù, capire la sua Parola, capire
il Vangelo, capire la Parola di Dio. Uno può leggere il Vangelo e capire qualcosa,
ma se noi leggiamo il Vangelo con questo dono dello Spirito Santo possiamo capire
la profondità delle parole di Dio. E questo è un gran dono, un gran dono che tutti
noi dobbiamo chiedere e chiedere insieme: Dacci, Signore, il dono dell’intelletto”.
Un
dono che permette di capire anche le cose della vita, ma dal punto di vista di Dio
e come esempio emblematico Papa Francesco termina la catechesi citando la vicenda
dei discepoli di Emmaus, che tristi e disperati tornano a casa senza riconoscere che
Gesù cammina accanto a loro se non quando comincia a spiegare le Scritture che Lo
riguardano. Solo in quel momento, ricorda il Papa, “le loro menti si aprono e nei
loro cuori si riaccende la speranza”:
“E questo è quello che fa lo Spirito
Santo con noi: ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose
di Dio, le cose umane, le situazioni, tutte le cose. E’ importante il dono dell’intelletto
per la nostra vita cristiana. Chiediamolo al Signore, che ci dia, che ci dia a tutti
noi questo dono per capire, come capisce Lui, le cose che accadono e per capire, soprattutto,
la Parola di Dio nel Vangelo”.
Nelle sue parole in varie lingue post-catechesi,
Papa Francesco ha ricordato a più riprese la Canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni
Paolo II, salutando i vari gruppi di pellegrini che affollano a migliaia la Basilica
per venerare i due Papi Santi. La vostra visita, ha concluso, “sia occasione per approfondire
la propria appartenenza al Popolo santo di Dio”.