Padre Lombardi: Pontificato di Papa Francesco centrato sull'annuncio della misericordia
di Dio
Si è concluso questo mercoledì con la tradizionale visita alla Sala Stampa vaticana
il nono Seminario professionale promosso dalla Facoltà di Comunicazione Istituzionale
della Pontificia Università della Santa Croce sul tema “Strategie creative per un
cambio culturale”. A tenere l’intervento conclusivo è stato il direttore della Sala
Stampa, padre Federico Lombardi. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Padre Lombardi
ha iniziato il suo intervento affermando di vivere “con molta gioia questo Pontificato,
soprattutto per il senso di annuncio dell’amore di Dio e della sua misericordia come
messaggio molto chiaro ed efficace” dell’attività di Papa Francesco:
“Credo
che sia vero quello che il Papa dice più di una volta, che il Vangelo e la Chiesa
devono agire per ‘attrazione’, cioè annunciare un messaggio così bello e profondo
per la salvezza e per la vita delle persone, che ci si senta attratti verso il Signore
Gesù e verso la Chiesa e chi serve questo messaggio di amore”.
Dello stile
di comunicazione del Papa, padre Lombardi ha evidenziato “la semplicità, la concretezza,
una comunicazione che è fatta non solo di parole, anche se semplici ed efficaci, ma
anche di atteggiamenti, di gesti molto comunicativi, in particolare quelli che manifestano
direttamente questo amore e questa misericordia”:
“Il primo gesto che ha
avuto un impatto enorme è stato quello della lavanda dei piedi del Giovedì Santo dell’anno
passato ai giovani carcerati. Ma poi abbiamo visto che i malati sono diventati i primi
salutati dopo i vescovi, in occasione delle udienze: quindi, anche questo segno della
priorità dei malati e dei sofferenti è molto efficace”.
Adesso si avvicinano
i viaggi in Terra Santa e Corea – ha proseguito padre Lombardi – “saranno tappe nuove
per vedere la comunicazione del messaggio del Santo Padre verso il mondo. E quindi,
non abbiamo ancora visto tutto: ci sono ancora tante cose che dobbiamo – credo – imparare
e vedere”.
Papa Francesco – ha osservato ancora padre Lombardi – ha una spontaneità
di comunicazione che rompe le barriere:
“Una persona che non ha barriere
che lo isolino. Non ce le ha quando gira per la piazza e sale e scende dalla jeep
e prende su i bambini o fa salire gli altri, e non ce le ha anche nella vita quotidiana
quando, se lui vuole dire una cosa a una persona, prende il telefono e gliela dice.
Ecco, questo è quindi un aspetto molto caratteristico”.
Ogni tanto – ha
rilevato - questo può dare luogo a qualche precisazione da fare”:
“Diciamo:
attenzione, quello che si dice poi di queste cose va preso con prudenza, perché quello
che dice uno che ha ricevuto una telefonata, chi lo sa, poi, se è obiettivo, se è
esauriente … Quindi, va preso con molta prudenza e non bisogna trarne conseguenze
che vadano al di là di questo fatto riservato, personale e non diventino conseguenze
che riguardino l’insegnamento della Chiesa, certamente”.
Rispondendo ad
una domanda sui suoi contatti con il Papa, Padre Lombardi ha detto che "ci può essere
anche il colloquio più approfondito e più lungo, ma questo è raro. Invece, ci sono
molti contatti brevi. Il Papa è una persona molto rapida, molto reattiva per cui -
ha detto - io profitto di molte occasioni che ho di incontrarlo, per esempio alla
fine di un’udienza con un capo di Stato, in cui gli chiedo di cosa hanno parlato.
Poi aggiungo altre due-tre domande" brevi "e lui mi dà delle risposte" in modo rapido.
Padre Lombardi ha poi parlato del prossimo Sinodo sulla famiglia, “un tempo
molto impegnativo” – ha precisato – “perché evidentemente si toccano argomenti e questioni
che sono sensibili e con una larga partecipazione del popolo cristiano”, quindi “una
grande impresa” per la quale il Papa sta dimostrando “un coraggio e una fiducia molto
grandi”.
Infine, riguardo il lavoro sotto questo Pontificato, padre Lombardi
ha sottolineato che “è aumentato quantitativamente”, anche perché è meno programmabile:
“Questo io penso che sia un po’ caratteristico di questo Pontificato e a cui dobbiamo
abituarci e in cui dobbiamo vedere una dimensione spirituale positiva, di essere cioè
in cammino con lo Spirito. Io credo che Papa Francesco – ha concluso - ci inviti ad
essere una Chiesa in cammino e questo lo sentiamo e lo portiamo anche proprio in questa
quotidianità del nostro lavoro”.