Iraq: polizia alle urne sotto attacco. Verso elezioni blindate
È salito a 50 morti il bilancio degli attacchi sferrati contro seggi elettorali in
diverse zone del Paese, nel giorno in cui – anticipando di due giorni l’apertura delle
urne – le Forze di sicurezza hanno iniziato a votare per il rinnovo del parlamento.
Sono
circa un milione - riferisce l'agenzia Misna - i rappresentanti delle forze di sicurezza
che hanno votando ieri, insieme ai cittadini residenti all’estero. Domani, circa 20
milioni di aventi diritto, su una popolazione di circa 32 milioni , saranno chiamati
ad esprimere le proprie preferenze.
Le elezioni, le prime dal ritiro delle
truppe statunitesi nel 2011, gli iracheni dovranno eleggere 328 deputati. In lizza
vi sono circa 9.000 candidati, tra cui molte donne. Il favorito, nonostante le contestazioni
della minoranza sunnita che ha covato una vera e propria ribellione nella regione
occidentale di Al Anbar, resta il primo ministro sciita Nouri al Maliki, candidato
per un terzo mandato, anche se gli osservatori ritengono che nessun partito, da solo,
riuscirà ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi.
Nei prossimi giorni
aumenteranno le misure di sicurezza in tutto il Paese. Gli attacchi non hanno risparmiato
la campagna elettorale, soprattutto nel corso dei comizi, alimentando le tensioni
tra comunità sunnite e sciite e il timore che i giorni del voto possano fornire l’occasione
per nuovi attentati ai danni degli elettori. Alle tensioni si è aggiunta la presenza
degli insorti dello Stato Islamico in Iraq e nel levante (Isil), una milizia legata
ad Al Qaida, i cui combattenti sono presenti anche oltre confine in territorio siriano.
Negli
ultimi mesi il Paese assiste ad una escalation di violenze: da gennaio i morti causati
da attacchi sono stati oltre 2.700. Le violenze dello scorso anno, secondo dati Onu,
hanno causato quasi 9.000 vittime, il bilancio più sanguinoso degli ultimi cinque
anni. (R.P.)