Africa australe: appello dei vescovi contro l’escalation dei conflitti nella regione
Disinnescare i conflitti locali in atto in alcune aree dell’Africa australe prima
che degenerino, come accaduto in altre nazioni del Continente . E’ il pressante appello
rivolto agli Stati membri della Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale (Sadc)
dall’Imbisa, l’Associazione Interregionale che riunisce gli episcopati di Angola,
Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sao Tome e Principe, Sud Africa, Swaziland
e Zimbabwe.
In una lettera firmata dal Segretario Generale, mons. Robert Ndlovu,
arcivescovo di Harare, i presuli ammoniscono che è meglio intervenire subito per fermare
l’escalation di un conflitto in corso o su un’economia in crisi: “Perché aspettare
lo scontro come accaduto in Centrafrica, in Nigeria e in Sud Sudan? Prevenire è meglio
che curare”. La preoccupazione dei vescovi dell’Imbisa è rivolta in particolare al
Nord del Mozambico dove l’anno scorso sono ripresi gli scontri tra l’esercito, espressione
del partito al potere, il Frelimo, e i guerriglieri della Renamo e alle mai sopite
tensioni politiche in Zimbabwe, attanagliato dalla crisi economica. Crisi che continuano
ad alimentare flussi migratori verso i Paesi confinanti come il Sudafrica, il Malawi
e il Botswana, a loro volta fonte di tensioni.
Secondo l’Imbisa i movimenti
migratori causati dai conflitti armati e da economie fallite è un problema transnazionale
che non può essere risolto dai singoli Stati individualmente , ma con interventi concertati.
Di qui l’appello a tutti i Governi della regione a proteggere i loro popoli e a “unire
la loro voce” per chiedere la fine delle violenze e del ricorso alle armi e a rafforzare
il dialogo: La protezione della vita umana è il primo dovere di un qualsiasi governo
che rispetti le persone e le loro famiglie”. (L.Z.)