Siria. Metropolita Marayati: Aleppo di nuovo nella morsa della guerra
Negli ultimi giorni si intensificano gli attentati, le incursioni dei ribelli e le
operazioni di rappresaglia militare nella metropoli siriana di Aleppo. Una escalation
che nella giornata di ieri ha sconvolto di nuovo anche i quartieri centrali e la stessa
Città vecchia, dove i ribelli tentano di avanzare. Lo conferma all'agenzia Fides l'arcivescovo
armeno cattolico Boutros Marayati: “L'esplosione più grande” riferisce il metropolita
Marayati “ha coinvolto la sede governativa locale della Camera di commercio, che un
tempo era uno dei centri propulsori del dinamismo economico aleppino. La carica esplosiva
piazzata per colpire l'edificio doveva essere molto grande, pietre e detriti sono
stati scagliati a grande distanza. L'effetto si è sentito forte anche nei nostri quartieri,
terrorizzando tutti. Sembrava un terremoto”.
Almeno 21 civili sono rimasti
uccisi nelle ultime ore da colpi di mortaio lanciati dai ribelli sui quartieri di
Aleppo, controllati dall'esercito governativo. In reazione, i reparti militari fedeli
a Assad hanno intensificato le operazioni contro le aree controllate dagli insorti
per frenare la loro infiltrazione nei settori rurali e urbani sotto il controllo del
regime.
Nel frattempo, fonti curde riportano notizie su un accordo tra fazioni
islamiste anti-Assad e milizie curde di autodifesa che potrebbe incidere sugli sviluppi
del conflitto in molte aree del nord della Siria. Il cartello islamista Ahl al-Sham
- che comprende gruppi islamisti come il Fronte Islamico e Jabhat al-Nusra – ha sottoscritto
un armistizio provvisorio con le milizie curde delle Unità di Protezione Popolare
(Ypg) ad Aleppo città e nelle zone rurali intorno alla metropoli.
Gli islamisti
si sono impegnati a limitare l'assedio alle aree in mano alle truppe governative.
Le due entità che hanno sottoscritto l'accordo potranno utilizzare le strade e attraversare
i checkpoint controllati dalla controparte, previa autorizzazione dei sui vertici
militari. L'accordo rappresenta un cambio di scenario rispetto al passato, segnato
in molte situazioni da scontri violenti tra le fazioni islamiste e le milizie curde.
(R.P.)