Centrafrica. Il vescovo di Bossangoa: “I musulmani di Bangui sono ostaggio di jihadisti”
La popolazione musulmana del “Km 5” di Bangui è presa in ostaggio da parte di elementi
jihadisti che si sono infiltrati nella capitale della Repubblica Centrafrica: lo dice
all’Agenzia Fides, mons. Nestor Désiré Nongo-Aziagbia, vescovo di Bossangoa. “Nessuno
ne vuole parlare, ma è una realtà. Due giorni fa i jihadisti si sono scontrati con
le truppe francesi dell’operazione Sangaris dispiegate a Bangui. La popolazione musulmana
di Bangui, in particolare quella che vive al ‘km 5’, è presa in ostaggio dai jihadisti.
È di pubblico dominio che la moschea centrale della città è diventata una polveriera,
perché gli estremisti l’hanno trasformata nel loro arsenale” dice mons. Nongo-Aziagbia.
“I
jihadisti provengono da altri Paesi, in particolare dal Sudan e dal Ciad, e sono sostenuti
dal generale Nouredine Adam, il numero due della coalizione ribelle Seleka”. La Seleka,
cacciata da Bangui dalle milizie “anti balaka”, che continuano a condurre rappresaglie
sulla popolazione musulmana accusata di aver aiutato i ribelli, si è installata nel
nord del Paese. L’area maggiormente colpita dalla violenze della Seleka ricade nella
diocesi di Bossangoa.
“La situazione nella mia diocesi è la confusione totale”
dice Mons. Nongo-Aziagbia, che alla vigilia di Pasqua era stato sequestrato da elementi
di Seleka, mentre un suo sacerdote era stato ucciso il Venerdì Santo. “I ribelli continuano
a uccidere e a depredare. Lo scorso weekend in un villaggio al confine con il Ciad,
sono state uccise 4 persone, tra le quali ci sono 2 catechisti. A Nanga Boguila hanno
assalito l’ospedale di Médecin Sans Frontièrs, uccidendo 16 persone che erano in riunione
(secondo fonti di agenzia le vittime sono almeno 22, ndr.), tre membri di Msf e il
resto notabili della località. Siamo in attesa di ulteriori dettagli su questo e altri
episodi di violenza accaduti in altre aree della diocesi” conclude il vescovo. (R.P.)