Aiom e Coni lanciano raccolta fondi contro il cancro
Parte domani la campagna di sensibilizzazione "La lotta al cancro non ha colore" lanciata
da "Insieme contro il cancro" e Aiom per la prevenzione oncologica contro i tumori
e dedicata alle popolazioni immigrate e alle fasce più deboli del nostro Paese. Alessia
Carlozzo ha intervistato Francesco Cognetti, presidente di “Insieme contro
il Cancro”, che ha illustrato le iniziative previste e l’importanza di questa campagna
che vede lo sport in prima linea:
R. – Abbiamo
dati molto sicuri e certi. Purtroppo, le popolazioni più disagiate nel nostro Paese,
italiani ma anche immigrati, hanno una maggiore incidenza di neoplasie. Questo è dovuto
anche a fattori alimentari, stili di vita, fumo, cattiva alimentazione, sovrappeso,
ma anche al fatto che questa parte della popolazione non si sottopone agli screening
e quindi ai sistemi di analisi, di diagnosi precoce che di solito vengono coperti
dai servizi sanitari regionali. Se si sottopone, lo fa in maniera poco frequente.
Questa campagna, che parte domani sulle reti Rai con una serie di interventi, permetterà
alla popolazione di dare il suo contributo. Diffonderemo degli opuscoli che abbiamo
già preparato sia sugli stili di vita sulla diagnosi precoce. Tutto questo verrà tradotto
nelle lingue principali, quindi in inglese, francese, spagnolo, romeno, cinese, greco
ed arabo. Verranno prodotti dei video educativi e informativi e promuoveremo l’educazione
di medici verso problemi dell’oncologia; medici che vivono nei Paesi di origine di
questi soggetti. Il ricavato dei fondi che raccoglieremo attraverso i messaggi solidali
da domani a domenica sarà destinato a questa campagna. Dunque, il numero è il seguente
45594 attivo dal 29 aprile fino al 4 maggio, quindi da martedì a domenica prossima.
D.
– Ci sono delle zone specifiche nelle quali si concentreranno le azioni della campagna?
R.
– Prevalentemente nelle zone del sud, quindi Calabria, Sicilia, Puglia, Campania,
dove purtroppo la diffusione degli screening è più bassa.
D. – La campagna
“La lotta al cancro non ha colore” presenta un forte legame con il mondo dello sport,
infatti il momento clou della raccolta fondi sarà il 3 maggio durante la finale
di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Qui verrà lanciato un appello a tutti i tifosi
di calcio per aderire all’iniziativa. Come mai questa scelta di appoggiarsi al mondo
dello sport? Come può secondo lei il calcio veicolare questo tipo di messaggi?
R.
– Il mondo dello sport, il calcio in particolare, è un ottimo veicolo di messaggi
positivi, perché riesce a raggiungere strati della popolazione che noi non riusciamo
a raggiungere. Abbiamo delle esperienze pregresse, perché con famosi calciatori siamo
andati in giro nelle scuole di tutta Italia. C’è stata un’adesione entusiastica da
parte degli studenti, soprattutto nelle scuole superiori. Se fossimo andati solo noi
oncologi, probabilmente non avremmo avuto questo successo. Inoltre, il mondo dello
sport non è estraneo ai problemi dell’oncologia perché purtroppo anche atleti o ex
atleti si ammalano di tumori: di questi giorni è la notizia purtroppo dell'ex allenatore
del Barcellona, Villanova. Quindi, proprio in questi giorni il mondo del calcio è
particolarmente sensibile verso queste problematiche.