Kiev accusa Mosca di volere un confllitto mondale. Don Khalayim: preghiamo per la
pace
Crisi Ucraina. Il governo di Kiev parla della volontà di Mosca di innescare un conflitto
mondiale. Tuttora in corso l’offensiva militare nei confronti dei separatisi filorussi
dell’est. Intanto, si apprende, che il presidente Usa Obama incontrando i leader del
G7 a Seul proporrà nuove sanzioni nei confronti di Mosca, che continua le esercitazioni
militari ad un chilometro dalla frontiera con l’Ucraina. Massimiliano Menichetti
ha raggiunto telefonicamente nella centralissima Maidan di Kiev, don Oleksandr
Khalayim, sacerdote nella città occidentale di Horodok:
R.
– I segni della battaglia rimangono: le macchine bruciate, anche le case bruciate,
e poi tutte quelle foto delle cento persone che sono state uccise a Maidan … Possiamo
dire che ogni regione ha la sua tenda: c’è una cappellina, le tende in cui sono i
medici …
D. – Come si sta vivendo questo momento?
R. – In questo momento,
il Paese vive una grande paura. Due-tre mesi fa in piazza c’erano le persone e di
queste una metà “voleva Maidan” e l’altra metà no. Adesso sono tutti uniti.
D.
– Ma c’è paura che scoppi la guerra?
R. – Sì, perché adesso le città vicine
alla Russia – Slovyansk e Kramatorsk – sono totalmente chiuse dal governo ucraino.
Ieri da un elicottero sono stati lanciati foglietti con le indicazioni su come la
gente si debba comportare in questa situazione, come si debba vivere nella condizione
di occupazione …
D. – E come ci si deve comportare?
R. – Nei limiti
del possibile, rimanere in casa, non andare dove si tengono manifestazioni, dove ci
sono persone armate.
D. – La Chiesa, in questa situazione, che cosa sta facendo?
R.
– Tutte le Chiese adesso sono unite, stanno pregando per la pace; a Maidan aiutano
le famiglie, perché adesso ci sono più feriti nell’anima e nella psiche.
D.
– A Kiev, però, c’è anche speranza…
R. – Sì, c’è grande speranza e c’è anche
pace. Questa mattina ho parlato con le persone che stanno a Maidan. Loro dicono che
non vogliono tornare alle condizioni di prima. Queste persone sperano che tutto si
possa risolvere in pace, senza la guerra. Non si può pensare, infatti, che si possa
fare la guerra contro la Russia perché possiamo dire che siamo sempre stati come fratelli
– fratello maggiore e fratello minore. Tante famiglie sono miste, con radici miste
… E nessuno vuole nemmeno pensare che possa iniziare qualcosa di brutto …
D.
– Le persone con cui ha parlato, come vedono la data del 25 maggio prossimo, per le
nuove elezioni?
R. – Spingono per ottenere la pace, per fare in modo che queste
elezioni possano svolgersi in tranquillità: sanno, infatti, che dopo questa data cambierà
tutto.