2014-04-24 12:20:00

Vertice a Mosca dei Paesi del Mar Caspio


A Mosca la riunione dei Paesi rivieraschi del Mar Caspio. Ad incontrarsi sono i ministri degli Esteri di Iran, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Russia. Per capire i temi in discussione e gli interessi in gioco, Fausta Speranza ha intervistato Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento:

 

R. - Innanzitutto diciamo che il Mar Caspio è un bacino che è stato estremamente sfruttato dall’Unione Sovietica, tanto che molti parlano di “mare morente”, di “lago morente”. Ma nel sottosuolo sicuramente morente non è, perché c’è una riserva abbastanza cospicua - per no dire di più - di idrocarburi e tutti gli Stati rivieraschi ne hanno assolutamente interesse: sono tutti Stati che hanno un certo ruolo, certo Russia e Iran sono quelli che giocano il ruolo maggiore. Quindi credo che questa sia una questione fondamentale. Poi c’è tutta una serie di questioni collaterali, sempre però legate alla questione energetica, sempre però legate alla questione degli idrocarburi.

D. - A proposito di petrolio e di idrocarburi, è possibile che si stiano definendo strategie nuove, percorsi nuovi per il passaggio del gas?

R. - Esiste un vecchio progetto, un vecchio progetto che ha un nome assolutamente evocativo e che è il “Progetto Nabucco”: praticamente sono delle piplines che partendo dal Turkmenistan o dall’Uzbekistan dovrebbero scavalcare la Russia, passare attraverso la Turchia e arrivare in Occidente. Questa è una questione estremamente grave. Naturalmente  è comprensibile che la Russia sia assolutamente contraria a questo progetto, di cui si discute già da molto tempo, anche se è ancora tutto fermo. La Russia parla di questioni prettamente ambientali, però naturalmente se questo progetto fosse - come dire - portato a termine, così come si prospetta, la Russia perderebbe l’intero monopolio del passaggio dei gas o di altri idrocarburi sul suo territorio. Quindi è una questione di tasse, quindi è una questione anche di pressione politica, che naturalmente la Russia può fare sull’Occidente in caso di questioni internazionali. E ce ne è una in ballo ultimamente! Quindi perderebbe delle carte da giocare. 

D. - Parliamo della crisi ucraina, che fa un po’ da sfondo a questo incontro…

R. - Mi riferivo proprio a questo: in questo momento la Russia può fare la voce grossa o giocare un ruolo assolutamente determinante, perché - usando dei termini abbastanza banali - ha le mani sui rubinetti del gas: può impedire vari passaggi di gas sia verso l’Occidente, sia anche verso l’Ucraina stessa. Se la realizzazione di questi gasdotti transcaspici dovesse scavalcare la Russia, questo ruolo non ce lo avrebbe più e l’Ucraina stessa potrebbe - dico potrebbe! - avere mani leggermente più libere… Anche se la questione è molto più complicata da altri punti di vista, così come si è visto negli ultimi giorni.

D. - Un incontro - questo del Vertice dei Paesi rivieraschi del Mar Caspio - che sembra quasi un incontro regionale, ma che - a ben guardare - si tratta di giganti: da una parte c’è l ‘Iran, con la sua sorta di isolamento internazionale: da una parte il Kazakhstan, con la sua forte autonomia economica, energetica nei confronti un po’ di tutto l’Occidente, Russia, etc; poi c’è la Russia che in questo momento si sta disegnando una nuova posizione di forza sullo scacchiere internazionale; e poi l’Azerbaigian che è alleato storico degli Stati Uniti. E’ così?

D. - Sì. Ci sono protagonisti estremamente diversi, con interessi che non confluiscono, che sono assolutamente diversi l’uno dall’altro. Forse i Paesi che hanno interessi più comuni sono la Russia e l’Iran, per alcune ragioni che riguardano naturalmente più il teatro mediorientale che altro; mentre con gli altri Paesi la situazione è abbastanza difficile. E’ anche per questa ragione che negli ultimi incontri che si sono tenuti dei Paesi rivieraschi del Mar Caspio non si è mai raggiunto un chiaro accordo: ognuno - ahimè! - andava per proprio conto! Paradossalmente o forse non tanto paradossalmente gli unici due Stati che sono abbastanza alleati rimangono Iran e Russia.

(Tratto dall'archivio di radiovaticana.va)








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