Myanmar: l'Unicef chiede di salvare i bambini Kachin da mine e guerra
“I recenti scontri tra forze governative e i ribelli Kachin (Kia) con il conseguente
spostamento di migliaia di persone, tra cui circa un migliaio di minori, ha aumentato
in modo significativo il rischio che bambini e adolescenti vengano assunti nelle forze
di combattimento o cadano vittime delle mine”: lo denuncia Bertrand Bainvel, rappresentante
Unicef in Myanmar.
“I combattimenti e lo spostamento delle famiglie aumentano
i rischi per la salute dei bambini, inoltre, lo Stato Kachin e Shan settentrionale,
sono tra le aree con maggior presenza di mine. Gli ordigni antiuomo abbandonati o
piazzati intenzionalmente – osserva l’agenzia – continuano a causare vittime tra la
popolazione, bambini compresi , così come ad ostacolare l’arrivo degli aiuti umanitari”.
L’Unicef
- riferisce l'agenzia Misna - sta lavorando con altre agenzie delle Nazioni Unite
e le organizzazioni internazionali non governative per aiutare i bambini minacciati
e le loro famiglie.
“Dobbiamo fornire un aiuto urgente – osserva Bainvel –
ma gli aiuti salva-vita non sono sufficienti perché i bambini hanno bisogno di pace
e stabilità per crescere. Per il bene dei bambini del Myanmar tutte le parti devono
impegnarsi immediatamente a fare tutto il possibile per porre fine alla violenza,
per proteggere i bambini dall’esposizione a mine terrestri, dal reclutamento nelle
forze armate e di impegnarsi per la pace. Questo è assolutamente essenziale, ha sottolineato
Bainvel, se vogliamo che i bambini del Kachin possano sperimentare la stessa speranza
e prospettiva di miglioramento che ora, a seguito delle recenti riforme nel paese,
molti altri bambini stanno vivendo”.
In questi ultimi due anni, da quando sono
ripresi i combattimenti tra forze governative e ribelli Kachin (Kia) più di 75.000
persone sono state costrette a cercare rifugio lungo il confine cinese.
Proprio
in questi giorni, il comandante delle forze ribelli Kia, gen. Gun Maw, si trova in
visita a Washington dove, incontrando ufficiali del governo degli Stati Uniti e rappresentanti
delle Nazioni Unite ha chiesto la loro presenza, come osservatori e testimoni, ai
colloqui di pace in corso con il governo birmano. L’accordo di pace, che probabilmente
verrà raggiunto entro la fine del 2014, secondo Maw, ne trarrebbe più forza. (R.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 114