Canonizzazioni. P. Lombardi: non confermata presenza Benedetto XVI
Nella terza giornata di briefing, questo giovedì, in Sala Stampa vaticana in vista
delle Canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, si è parlato delle veglie
di preghiera che, sin da sabato, prepareranno i pellegrini presenti a Roma alla celebrazione
del 27 aprile. Padre Federico Lombardi ha ripercorso i momenti salienti del rito,
alla quale è prevista per ora la partecipazione di rappresentanti di altre confessioni
religiose, di 93 delegazioni ufficiali di diversi Paesi e 24 tra capi di Stato e reali.
A concelebrare almeno 150 cardinali e 1000 vescovi. Nessuna ufficialità sulla presenza
del Papa emerito Benedetto XVI. Il servizio di Gabriella Ceraso:
La notte tra
sabato e domenica sarà l’inizio della grande festa della fede di Roma con una serie
di veglie. “Sarà una notte bianca”, cioè di attesa in preghiera, animata da gruppi
in diverse lingue, in almeno 11 chiese della capitale, ha detto don Walter Insero
portavoce del Vicariato:
“Come sapete ci sarà una notte bianca di preghiera.
Abbiamo voluto fare in modo che la città, aprendo soprattutto le chiese del centro,
desse ospitalità ai pellegrini, un’ospitalità spirituale ovviamente, per fare in modo
che chi arriva possa recarsi a pregare e a vivere una celebrazione, che permetta quindi
di prepararsi sui contenuti, con testi tratti dalla Parola di Dio. Dal sito www.duepapisanti.org
potrete scaricare i tre schemi previsti. C’è la possibilità, infatti, di scegliere
un rito, dunque, diverso in base all’occasione. Comunque, nelle varie chiese del centro,
dove appunto la preghiera sarà animata, ci sono dei gruppi, che faranno accoglienza
e permetteranno la preghiera in diverse lingue”.
Sarà dunque una "staffetta"
che si aprirà alle 19.00 di sabato con la Messa alla Basilica in Monte santo dove
Giovanni XXIII è stato ordinato sacerdote nel 1904; e si proseguirà in tutte le altre
chiese dalle ore 21:
“Poi, alle 21, la preghiera sarà a Sant’Agnese in Agone,
a Piazza Navona, con animazione in lingua polacca; a San Marco al Campidoglio, proprio
a Piazza Venezia, in italiano e in inglese; a Sant’Anastasia in lingua portoghese;
al Santissimo nome di Gesù, all’Argentina, in italiano e in spagnolo; a Santa Maria
in Vallicella e a San Giovanni Battista dei Fiorentini, qui vicino, in lingua italiana;
a Sant’Andrea della Valle in lingua francese; a San Bartolomeo, all’Isola Tiberina,
con animazione in italiano e in arabo; a Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, alla
Chiesa delle Stimmate, ai Santi Apostoli, al Sacro Cuore di Gesù a via Marsala, a
Santa Maria in lingua italiana”.
La mattina di domenica invece, ha spiegato
padre Federico Lombardi, il programma inizia in Piazza San Pietro con la preghiera
della coroncina della Misericordia dalle ore 9, con i canti del coro della diocesi
di Roma, quindi l’avvio della celebrazione con le Litanie dei Santi. Al coro della
cappella Sistina si affiancheranno in questa occasione anche la Filarmonica di Cracovia
e il Coro della diocesi di Bergamo. A concelebrare col Papa, circa 130-150 cardinali
e 1000 vescovi. I più vicini saranno il cardinale vicario di Roma, Vallini, il cardinale
polacco Dziwisz e il vescovo di Bergamo mons Beschi. Per la distribuzione della Comunione
previsti in tutto 870 tra sacerdoti e diaconi da piazza San Pietro a via della Conciliazione.
Il rito della Canonizzazione, ha spiegato padre Lombardi, aprirà subito la celebrazione:
con le tre petizioni al Papa da parte del cardinale prefetto della congregazione dei
santi, Angelo Amato, quindi la solenne formula recitata dal Pontefice che rende bene
la proposta alla venerazione della chiesa universale dei nuovi Santi:
“Ad
onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento
della vita cristiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli
Pietro e Paolo e nostra, dopo aver lungamente riflettuto e invocato più volte l’aiuto
divino, ascoltato il parere di molti nostri fratelli nell’Episcopato, dichiariamo
e definiamo Santi i Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, li iscriviamo nell’albo
dei Santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati fra i
Santi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Dopo la formula
verranno presentate le reliquie dei nuovi Santi da parte di persone vicine a loro
ancora da stabilire, quindi un momento di ringraziamento e si riprenderà la Messa
dal Gloria. Da segnalare, come avviene nelle grandi feste, la proclamazione
del Vangelo in greco e in latino. Circa le presenze: "Nessun invito speciale della
Santa Sede", ha chiarito padre Lombardi ma una comunicazione, per cui, chi ci sarà,
dimostrerà un particolare interesse ed è il benvenuto. Ciò vale per le delegazioni
dei governi - sono 93 le delegazioni ufficiali attese di diversi Paesi e organizzazioni
internazionali e 24 tra capi di Stato e presidenti con 35 delegazioni varie - e per
i rappresentanti di altre confessioni religiose. E’ atteso ha detto padre Lombardi,
un buon numero di ortodossi e anglicani e anche di ebrei e musulmani:
“C’è
notevole libertà. Benvenuti a coloro, che desiderano venire. Verrà certamente un gruppo
importante di ebrei, che come sapete hanno manifestato anche in vari modi la stima,
l’affetto per questi due Papi, che sono stati particolarmente importanti per il rapporto
con il popolo ebraico. Ci sono anche dei musulmani, che – sappiamo - hanno manifestato
il desiderio di partecipare. Ci saranno, quindi, anche presenze di altre religioni.
Non abbiamo, però, delegazioni o liste da dare su questo”.
Nessuna ufficialità
invece sulla presenza di Papa Benedetto, come ha sottolineato padre Lombardi:
“Il
Papa Benedetto è benvenuto e sa di essere desiderato e invitato. Noi rispettiamo la
sua libertà, la sua età e il suo sentirsi in forze, per venire o meno quel giorno.
Quindi non c’è nessuna ufficialità di una sua presenza, c’è il desiderio che venga.
Se viene saremo tutti contentissimi, se non viene non abbiamo il diritto di sentirci
delusi per una promessa mancata, perché nessuno l’ha fatta”.
In conferenza,
questa mattina, anche il ricordo del Santo gesuita missionario Josè de Anchieta canonizzato
da Papa Francesco il 3 aprile scorso. Sarà il Pontefice stasera a rendere grazie con
una Messa, per la vita e l’opera di questo religioso la cui figura è stata ricordata
dai cardinali brasiliani Damasceno Assis e Odilo Scherer. Nelle loro parole la gioia
di tutto un Paese e un popolo che nel Santo, il terzo per il Brasile, vede un missionario
instancabile e una figura esemplare: fu evangelizzatore, dice il cardinale Damasceno
Assis, difensore della vita e e dei diritti delle popolazioni indigene minacciate
nella loro cultura e nelle loro tradizioni e missionario educatore. Un vanto anche
per l’ordine dei gesuiti aggiunge il cardinale Scherer:
“Aveva 15 anni,
mentre studiava a Coimbra, in Portogallo, ed era già attratto, entusiasta dagli esempi
e dalle lettere che venivano dai missionari gesuiti dall’Oriente, in particolare quelle
di San Francesco Saverio. E lui decise di diventare missionario, come i missionari
che erano andati in Oriente. Poi, però, Ignazio di Loyola – il fondatore – lo mandò
in Brasile, e lì ha svolto tutto il suo lavoro missionario, pur avendo salute malferma
– e poi è vissuto fino a quasi 70 anni, e ha svolto un lavoro immenso …”