Udienza generale. Il Papa: la nostra gioia è fondata sulla certezza della Risurrezione
di Gesù
Nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Giorgio, onomastico del Papa, in tanti, presenti
in Piazza San Pietro per l’udienza generale del mercoledì, hanno fatto gli auguri
al Pontefice. Il Santo Padre prima di arrivare in piazza ha salutato un folto gruppo
di disabili nell'Aula Paolo VI.
Nella sua catechesi Papa Francesco ha sottolineato
che "questa settimana è la settimana della gioia: celebriamo la Risurrezione di Gesù.
È una gioia vera, profonda – ha detto - basata sulla certezza che Cristo risorto ormai
non muore più, ma è vivo e operante nella Chiesa e nel mondo. Tale certezza abita
nel cuore dei credenti da quel mattino di Pasqua, quando le donne andarono al sepolcro
di Gesù e gli angeli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?»
(Lc 24,5)". "Queste parole sono come una pietra miliare nella storia; ma anche una
“pietra d’inciampo”, se non ci apriamo alla Buona Notizia, se pensiamo che dia meno
fastidio un Gesù morto che un Gesù vivo! Invece quante volte, nel nostro cammino quotidiano,
abbiamo bisogno di sentirci dire: “Perché stai cercando tra i morti colui che è vivo?”.
E quante volte noi cerchiamo la vita tra le cose morte, fra le cose che non possono
dare vita, fra le cose che oggi sono e domani non saranno più, le cose che passano
… Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”.
“Ne abbiamo bisogno – ha proseguito
- quando ci chiudiamo in una qualsiasi forma di egoismo o di auto-compiacimento; quando
ci lasciamo sedurre dai poteri terreni e dalle cose di questo mondo, dimenticando
Dio e il prossimo; quando poniamo le nostre speranze in vanità mondane, nel denaro,
nel successo. Allora la Parola di Dio ci dice: «Perché cercate tra i morti colui che
è vivo?»”.
E a braccio ha aggiunto: “Perché stai cercando lì? Quello non ti
può dare vita! Sì! Forse ti darà un’allegria di un minuto, di un giorno, di una settimana,
di un mese … E poi? ‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo?’. Questa frase deve
entrare nel cuore e dobbiamo ripeterla. La ripetiamo insieme tre volte? Facciamo lo
sforzo?”. … “Oggi – ha proseguito - quando torniamo a casa diciamola dal cuore, in
silenzio, ma facciamoci quella domanda: ‘Perché io nella vita cerco tra i morti colui
che è vivo?’. Farlo ci farà bene. Non è facile essere aperto a Gesù. Non è scontato
accettare la vita del Risorto e la sua presenza in mezzo a noi. Il Vangelo ci fa vedere
diverse reazioni: quella dell’apostolo Tommaso, quella di Maria di Màgdala e quella
dei due discepoli di Emmaus: ci fa bene confrontarci con loro. Tommaso pone una condizione
alla fede, chiede di toccare l’evidenza, le piaghe; Maria Maddalena piange, lo vede
ma non lo riconosce, si rende conto che è Gesù soltanto quando Lui la chiama per nome;
i discepoli di Emmaus, depressi e con sentimenti di sconfitta, giungono all’incontro
con Gesù lasciandosi accompagnare da quel misterioso viandante. Ciascuno per cammini
diversi! Cercavano tra i morti colui che è vivo e fu lo stesso Signore a correggere
la rotta. Ed io che faccio? Quale rotta seguo per incontrare il Cristo vivo. Lui sarà
sempre vicino a noi per correggere la rotta se noi abbiamo sbagliato”.
Quindi
ha proseguito: “«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5). Questa domanda
ci fa superare la tentazione di guardare indietro, a ciò che è stato ieri, e ci spinge
in avanti verso il futuro. Gesù non è nel sepolcro, è il Risorto! Lui è il Vivente,
Colui che sempre rinnova il suo corpo che è la Chiesa e lo fa camminare attirandolo
verso di Lui. “Ieri” è la tomba di Gesù e la tomba della Chiesa, il sepolcro della
verità e della giustizia; “oggi” è la risurrezione perenne verso la quale ci sospinge
lo Spirito Santo, donandoci la piena libertà”.
“Oggi – ha affermato - viene
rivolto anche a noi questo interrogativo. Tu, perché cerchi tra i morti colui che
è vivo tu che ti chiudi in te stesso dopo un fallimento e tu che non ha più la forza
di pregare? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che ti senti solo, abbandonato
dagli amici e forse anche da Dio? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che
hai perso la speranza e tu che ti senti imprigionato dai tuoi peccati? Perché cerchi
tra i morti colui che è vivo tu che aspiri alla bellezza, alla perfezione spirituale,
alla giustizia, alla pace? Abbiamo bisogno di sentirci ripetere e di ricordarci a
vicenda l’ammonimento dell’angelo! Questo ammonimento, «Perché cercate tra i morti
colui che è vivo», ci aiuta ad uscire dai nostri spazi di tristezza e ci apre agli
orizzonti della gioia e della speranza. Quella speranza che rimuove le pietre dai
sepolcri e incoraggia ad annunciare la Buona Novella, capace di generare vita nuova
per gli altri”.
Il Papa ha concluso la sua catechesi in italiano a braccio:
“Ripetiamo questa frase dell’angelo per averla nel cuore e nella memoria e poi ognuno
risponda in silenzio: ‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo?’. Ripetiamola!
‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo?’. Ma guardate fratelli e sorelle, Lui
è vivo, è con noi! Non andiamo da tanti sepolcri che oggi ti promettono qualcosa,
bellezza, e poi non ti danno niente! Lui è vivo! Non cerchiamo fra i morti colui che
è vivo! Grazie”. Durante i saluti ai pellegrini, il Papa ha ringraziato per i tanti
messaggi di auguri per la Pasqua e per il mio onomastico di oggi che gli sono arrivati
da ogni parte del mondo: “desidero ringraziare di cuore i bambini, i giovani, gli
anziani, le famiglie, le comunità parrocchiali e religiose, le associazioni, i movimenti
e i diversi gruppi che hanno voluto manifestarmi affetto e vicinanza. Chiedo a tutti
di continuare a pregare per me e per il mio servizio alla Chiesa”.
Si è infine
rivolto ai pellegrini di lingua italiana: “Saluto con gioia i ragazzi della professione
di fede di Milano, la Comunità Shalòm, i nuovi diaconi della Compagnia di Gesù e i
partecipanti all’evento “Colonna della Libertà 2014”, augurando a tutti che la Visita
alla Sede di Pietro ravvivi la speranza e stimoli alla carità. Un pensiero speciale
rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. L’annuncio pasquale continui
a farci ardere il cuore nel petto, come avvenne per i discepoli di Emmaus: cari giovani,
vivete sempre la fede con entusiasmo, convinti che solo il Signore Gesù ci permette
di raggiungere la felicità piena e duratura; cari ammalati, non c’è conforto maggiore
e consolazione più bella alla vostra sofferenza della certezza che Cristo è risorto;
e voi, cari sposi novelli, vivete il vostro matrimonio nella reale adesione a Cristo
e agli insegnamenti del Vangelo”.