DL lavoro: via libera della Camera alla fiducia. Renzi twitta con i cittadini da Palazzo
Chigi
In Italia, via libera della Camera alla fiducia sul decreto legge lavoro con 344 voti
favorevoli e 184 contrari. Atteso per domani intorno alle 12,00 il voto finale sul
provvedimento, che passerà quindi al Senato in seconda lettura. Tra le prime reazioni,
la Confcommercio stigmatizza le modifiche passate alla fiducia che ingessano il mercato
del lavoro. E mentre si votava il presidente del Consiglio Renzi, che ha incassato
la sesta fiducia, ha inondato la rete di twitt in diretta con i cittadini da Palazzo
Chigi. Il servizio di Roberta Gisotti:
Renzi risponde
su tutto ai suoi follower. Anzitutto sul lavoro dice: non sono convinto che il reddito
minimo di cittadinanza crei occupazione e aggiunge: abbassare le tasse è giusto. Contro
il lavoro nero scrive: saremo molto duri ma le aziende vanno aiutate riducendo la
burocrazia. Difende poi il Dl Irpef: non è uno spot elettorale ma una rivoluzione
nel rapporto Stato-cittadini. E, con la nuova legge elettorale - assicura - chi vince
avrà certezza delle sue responsabilità. Sulla questione maro, chiarisce: vogliamo
un processo sulla base del diritto internazionale e non di altri interventi. Sull’Alitalia,
dichiara: aspettiamo la proposta di Etihad. Poi denuncia che l’Italia in passato ha
buttato via i fondi Ue, non spesi o spesi male e che bisogna attrarre fondi privati
sulla cultura. In tema giustizia promette impegno per la cultura della legalità a
partire dalle pene. Stiamo lavorando per lo smaltimento della Concordia in Italia,
scrive ancora. A chi chiede di ridurre lo stipendio dei parlamentari, risponde: facciamo
di più ne eliminiamo un terzo. Che senso hanno - osserva poi – tutte le sedi provinciali
della Ragioneria centrale dello Stato? A chi chiede di eliminare le scorte, ribatte:
decidono i prefetti, mentre gli autisti delle auto blu sono poliziotti e torneranno
in servizio. Sull’emigrazione annuncia un incontro lunedì con tutte le parti interessate
per verificare l’operazione Mare nostrum.