2014-04-23 09:31:04

Centrafrica: Be-Oko, la radio che parla a cristiani e musulmani


Un’emittente che favorisca la riconciliazione tra cristiani e musulmani: è il proposito di Radio Be-Oko (Un cuore solo, in lingua sango) i cui microfoni a Bambari, nel centro del Paese, danno voce alla speranza e alla volontà di pace. Organizzati in locali allestiti in vecchi container - riferisce l'agenzia Misna - i giornalisti dell’emittente hanno a disposizione pochi mezzi: qualche computer, microfoni recuperati qui e là, vecchie apparecchiature per la trasmissione e registrazione. Ma tanto basta per lanciare nell’etere messaggi di riappacificazione, tolleranza e convivenza pacifica.

In un momento in cui il Centrafrica – teatro di un colpo di Stato lo scorso anno e oggi alle prese con gravi violenze intercomunitarie e interreligiose – vacilla sull’orlo del baratro, Radio Be-Oko raccoglie una sfida difficile.

“I ribelli Seleka hanno portato via tutto” racconta uno dei giornalisti, “ e la radio non è stata risparmiata. Hanno rubato e devastato, portando via lettori, computer e altro materiale necessario al buon funzionamento dell’emittente”. Originariamente cattolica, la radio è diventata multiconfessionale per volontà del vescovo locale, mons. Eduard Mathos che ha chiesto a turno ai leader delle diverse confessioni religiose di prendere il microfono per evitare che le violenze in corso in altre parti del Paese si diffondano anche nella zona.

Insieme, le tre comunità, cattolica, musulmana e protestante, mettono a disposizione il carburante per i generatori che forniscono energia alla radio, unica emittente della città e del circondario, che trasmette solo due ore al giorno, tra le 17.30 e le 19.30.

Anche a Bambari, città mista dove le comunità hanno vissuto finora in armonia, diversamente dalla capitale Bangui e da altre zone del Centrafrica, gli echi delle violenze cominciano a farsi sentire. Gli Anti-Balaka, milizie di autodifesa sorte in contrapposizione ai musulmani di Seleka, hanno causato le prime vittime a Grimari, circa 80 chilometri di distanza, seminando il panico tra la popolazione di fede islamica.

Nonostante continui a professare appelli alla calma, anche il presidente della comunità islamica della città avverte: “Se attaccati, i nostri si difenderanno – ha detto – ci sono machete in tutti i negozi, armarsi non sarà difficile”. (R.P.)







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