Centrafrica: Be-Oko, la radio che parla a cristiani e musulmani
Un’emittente che favorisca la riconciliazione tra cristiani e musulmani: è il proposito
di Radio Be-Oko (Un cuore solo, in lingua sango) i cui microfoni a Bambari, nel centro
del Paese, danno voce alla speranza e alla volontà di pace. Organizzati in locali
allestiti in vecchi container - riferisce l'agenzia Misna - i giornalisti dell’emittente
hanno a disposizione pochi mezzi: qualche computer, microfoni recuperati qui e là,
vecchie apparecchiature per la trasmissione e registrazione. Ma tanto basta per lanciare
nell’etere messaggi di riappacificazione, tolleranza e convivenza pacifica.
In
un momento in cui il Centrafrica – teatro di un colpo di Stato lo scorso anno e oggi
alle prese con gravi violenze intercomunitarie e interreligiose – vacilla sull’orlo
del baratro, Radio Be-Oko raccoglie una sfida difficile.
“I ribelli Seleka
hanno portato via tutto” racconta uno dei giornalisti, “ e la radio non è stata risparmiata.
Hanno rubato e devastato, portando via lettori, computer e altro materiale necessario
al buon funzionamento dell’emittente”. Originariamente cattolica, la radio è diventata
multiconfessionale per volontà del vescovo locale, mons. Eduard Mathos che ha chiesto
a turno ai leader delle diverse confessioni religiose di prendere il microfono per
evitare che le violenze in corso in altre parti del Paese si diffondano anche nella
zona.
Insieme, le tre comunità, cattolica, musulmana e protestante, mettono
a disposizione il carburante per i generatori che forniscono energia alla radio, unica
emittente della città e del circondario, che trasmette solo due ore al giorno, tra
le 17.30 e le 19.30.
Anche a Bambari, città mista dove le comunità hanno vissuto
finora in armonia, diversamente dalla capitale Bangui e da altre zone del Centrafrica,
gli echi delle violenze cominciano a farsi sentire. Gli Anti-Balaka, milizie di autodifesa
sorte in contrapposizione ai musulmani di Seleka, hanno causato le prime vittime a
Grimari, circa 80 chilometri di distanza, seminando il panico tra la popolazione di
fede islamica.
Nonostante continui a professare appelli alla calma, anche il
presidente della comunità islamica della città avverte: “Se attaccati, i nostri si
difenderanno – ha detto – ci sono machete in tutti i negozi, armarsi non sarà difficile”.
(R.P.)