Canada: i vescovi chiedono di tutelare la sacralità della vita
La politica promuova il bene comune e la società tuteli la sacralità della vita umana,
dal concepimento e fino alla morte naturale: questo, in sintesi, l’appello lanciato
dalla Conferenza episcopale canadese (Cccb) in una lunga lettera inviata al primo
ministro Stephen Harper. “La vita politica – scrivono, nello specifico, i presuli
– ha come obiettivo ultimo, quello di promuovere il bene comune, non solo dei cittadini
canadesi, ma anche del mondo intero”.
Nell’esercizio “del dialogo e della comprensione
reciproca”, dunque, la Chiesa di Ottawa esprime la sua preoccupazione” per la “svalutazione
della vita umana che si riscontra nel Paese, soprattutto riguardo il suo inizio e
la sua fine”, mettendo in guardia dalla “mancanza di rispetto per i nascituri e le
persone in fin di vita”, che potrebbe portare a “negare la dignità intrinseca di ogni
essere umano”. La Conferenza episcopale, poi, allarga lo sguardo all’attualità nei
cinque continenti e sottolinea “i gravi problemi” che si riscontrano nel campo “dell’economia,
del lavoro, dell’ambiente, dei diritti delle persone autoctone, della sicurezza delle
popolazioni” in tutto il globo.
Nel dettaglio, in riferimento all’Africa, i
vescovi canadesi citano i drammi del Rwanda a vent’anni dal genocidio, della Repubblica
Centrafricana e della Nigeria, Paesi in cui la religione viene strumentalizzata per
giustificare i conflitti. Per il Camerun, i presuli lanciano un appello per la liberazione
di Sr. Gilberte Bussière, canadese, rapita i primi di aprile insieme a due sacerdoti
italiani, don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri.
Pensando all’Asia,
poi, la Cccb ringrazia il governo per gli aiuti inviati in Siria, devastata da un
lungo conflitto, e per tutti gli sforzi compiuti per tutelare la libertà religiosa
in Medio ed Estremo Oriente. Al contempo, la lettera episcopale chiede all’esecutivo
di “semplificare le procedure di immigrazione per i rifugiati che vogliono raggiungere
il Canada e di assicurare loro il servizio sanitario”.
Riguardo all’America
Latina, i vescovi di Ottawa fanno proprio l’appello alla pace in Venezuela, lanciato
recentemente da Papa Francesco; quindi, chiedono al premier Harper di garantire che
le aziende canadesi che operano nel continente rispettino “l’ambiente, i popoli autoctoni,
le comunità locali”, senza far prevalere “gli interessi personali” nei processi di
estrazione mineraria e di deforestazione dell’Amazzonia.
Guardando all’Europa,
la Cccb ringrazia il governo per “aver difeso la sovranità ed i diritti dell’Ucraina”,
Paese in cui si registra una grave crisi politica con la Russia, e ricordano l’appello
del Pontefice a ricorrere alla via “della diplomazia e del dialogo”, perché “i conflitti
armati creano più problemi, invece di risolverli”. Infine, per il Canada stesso, i
vescovi auspicano maggiori tutele per le popolazioni autoctone, con l’obiettivo di
“coltivare relazioni che rispettino la persona umana, contribuiscano alla giustizia
ed alla pace e servano alla costruzione della comunità” nazionale. (A cura di Isabella
Piro)