Il governo ha messo la fiducia sul decreto lavoro. Per il ministro Giuliano Poletti
l'esame sul provvedimento si è concluso rispettandone "i contenuti fondamentali, le
distanze sul merito ci sono, ma sono limitate". Il Pd infatti non ha accettato le
proposte di modifica avanzate da Ncd e Scelta Civica. Giampiero Guadagni:
E’ forse il
primo vero scontro di merito all’interno della maggioranza che sostiene il governo
Renzi. Sul decreto lavoro, approdato in aula alla Camera, non è stato sufficiente
il vertice di questa mattina per appianare le divergenze. E domani dunque voto di
fiducia. Nuovo centrodestra e Scelta civica fanno sapere che voteranno sì, ma torneranno
a dare battaglia in Senato. Le modifiche più contestate del testo uscito dalla commissione
lavoro sono la riduzione delle proroghe consentite per i contratti a termine nell'arco
di 36 mesi, che passano da 8 a 5; e l’obbligo per le imprese con oltre 30 dipendenti
di assumere il 20% degli apprendisti. Modifiche volute del Pd e sostanzialmente apprezzate
anche dai sindacati che però sollecitano il governo a confrontarsi sul tema con le
parti sociali. Per Forza Italia la maggioranza è ormai allo sfascio e torna a prevalere
l'ideologia. Ma il ministro dell’Economia Padoan si dice convinto che il decreto lavoro
acceleri il beneficio in termini di occupazione e della ripresa che si sta consolidando.
I dati sul lavoro restano comunque allarmanti. Per questo il premier Renzi afferma
che non è il momento di agitare bandierine politiche, ma di intervenire con rapidità
per approvare i provvedimenti.