Argentina. L’arcivescovo di Tucumán: tutelare il diritto naturale alla vita del nascituro
“La Chiesa, fedele al mandato del Signore, non si stancherà mai di annunciare il Vangelo
della Vita e di denunciare ogni tentativo di giustificare la morte dei più innocenti:
i nascituri”. Questa la dichiarazione di mons. Alfredo Zecca, arcivescovo di Tucumán,
in Argentina, diffusa in occasione del tempo pasquale. “Chiediamo al Signore – scrive
il presule – che ci faccia riflettere, come cristiani e come cittadini, specialmente
coloro che hanno maggiori responsabilità istituzionali, affinché troviamo il coraggio
di affrontare, tutti insieme, queste sfide”. Di qui, l’interrogativo posto da mons.
Zecca: “Possiamo, come argentini, vantarci di essere pionieri nella difesa dei diritti
umani quando non rispettiamo il più fondamentale tra essi, ovvero quello alla vita
umana, sacra, inviolabile dal concepimento fino alla morte naturale?”. Quindi, l’arcivescovo
di Tucumán mette in guardia da una “cultura della morte” che sembra dilagare nel Paese,
comprovata anche dal diffondersi della tossicodipendenza, soprattutto fra i giovani,
e dalla crescente violenza legata a forme di “giustizia privata”. “Che il peccato
ceda il passo alla grazia – conclude il presule – la luce alle tenebre, la morte alla
vita!”. (I.P.)