2014-04-20 14:27:12

Pasqua in Terra Santa. Il Patriarca Twal: ci sia pace per tutti i popoli


“Non dobbiamo vergognarci di testimoniare il Cristo risorto”. E’ il cuore del messaggio del patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, per la Pasqua 2014, pronunciato nella Messa di risurrezione alla Basilica del Santo Sepolcro. Parole che risuonano forti nei luoghi di Gesù, che non conoscono ancora pace. Stamani, infatti, a Gerusalemme sono avvenuti scontri fra palestinesi e reparti della polizia israeliana nella spianata della Moschee. Malgrado le tensioni, la Messa pasquale, con la processione solenne, è stata affollata da fedeli e pellegrini. Il servizio di Ada Serra del Franciscan Media Center:RealAudioMP3

E’ il patriarca stesso a proclamare il Vangelo davanti all’edicola, che conserva la tomba vuota del Cristo. Nell’omelia, mons. Fouad Twal ricorda i drammi che affliggono la Terra Santa: famiglie costrette a emigrare, città distrutte, chiese profanate, sacerdoti rapiti. Ciononostante, la risurrezione “ci dona una Luce che non dobbiamo tacere” afferma il patriarca:

“Spero che la Chiesa universale si senta un po’ corresponsabile di questa pace, di questa comunità cristiana, di questa gioia”.

Alla celebrazione al Santo Sepolcro partecipano i cristiani di Terra Santa, ma anche tanti pellegrini arrivati a Gerusalemme per vivere la Settimana Santa nei luoghi e nei giorni in cui tutto è avvenuto.

“Staying in Jerusalem…
Stare a Gerusalemme significa avere l’opportunità’ di uno sguardo più vicino su come Gesù’ ha vissuto la sua Passione”.

“Yo vengo de Extremadura…
Io vengo dall’Estremadura e lo sto vivendo come se fosse qui Gesù Cristo ed è stata per me un’esperienza emozionante”.

La Pasqua quest’anno cade in contemporanea per cattolici e ortodossi. A Gerusalemme, i riti si celebrano tutti nella basilica del Santo Sepolcro. La stessa che tra un mese ospiterà il grande incontro ecumenico con Papa Francesco, che ilo prossimo maggio visiterà Giordania, Territori palestinesi e Israele. Come ricorda ancora mons. Twal:

“Stiamo già preparando l’arrivo del Santo Padre, che è un uomo di pace, un uomo di serenità, un uomo di vicinanza a tutti quanti”.

Ascoltiamo ora il Patriarca latino di Gerusalemme approfondire, al microfono di Giada Aquilino, il significato della Pasqua in Terra Santa:RealAudioMP3

R. – Come ogni Pasqua, è la Pasqua più bella del mondo e spero che ci farà fare un salto di qualità per avere più pace, più amore, più fedeltà al Signore. È una Pasqua, una Risurrezione, un passaggio da uno stato ad altro: speriamo che dopo ci sia più carità, più giustizia e più collaborazione da parte di tutti. Quest’anno poi, c’è un elemento in più, celebriamo tutti insieme: gli ebrei, che hanno la loro Pasqua, gli ortodossi e i cattolici. Questo era il desiderio del Signore, il suo ultimo testamento ed è il desiderio di tanti cristiani. Spero che, con l’arrivo del Santo Padre, questa volontà, questo desiderio di creare più comunione, più unità, più collaborazione sia sempre più grande nei cuori dei fedeli.

D. - L’invito della Pasqua è alla speranza senza limiti in Dio, che apre un cammino in mezzo alla nostra sofferenza. Qual è la sofferenza della Terra Santa?

R. - Le nostre sofferenze sono tante. Più di una volta ho chiamato questa Chiesa “La Chiesa del calvario”, a causa della situazione politica in atto, dell’occupazione militare israeliana che dura da 66 anni. Nonostante tutti gli interventi, gli incontri, le promesse, le risoluzioni, ci troviamo ancora in questa situazione politica, talmente difficile che influisce anche sulla situazione economica della gente: tanti si sono visti costretti ad emigrare, a lasciare la Terra Santa: tra questi, tanti giovani che hanno anche studiato. La definisco: “un’emorragia umana” senza fine. I nostri problemi sono tanti. Non possiamo dimenticare la situazione della Giordania, con un milione di rifugiati siriani tra famiglie, ragazzi, mamme, donne, bambini, anziani. La Chiesa insieme ad altri organismi umanitari fa di tutto per dare un aiuto, però la situazione rimane drammatica. Ma la nostra Chiesa è anche Chiesa della Risurrezione, della speranza, della gioia di vivere, di evangelizzare, di lavorare, di accogliere, di collaborare e di sperare sempre.

D. - In questa Quaresima, il Papa ha sottolineato come Cristo si sia fatto povero arricchendoci con la sua povertà. Qual è il messaggio pasquale della Terra Santa per tutti i cristiani?

R. - Vogliamo una pace per tutti; viviamo di povertà, di speranza, di gioia, di libertà. Siamo poveri in tutti i sensi! Abbiamo sempre fatto appello alla pace in Terra Santa, vogliamo la pace. Però non c’è una pace per un popolo senza che non ci sia anche per l’altro. Auguro la pace a tutti gli abitanti di Terra Santa che siano ebrei, musulmani o cristiani. Speriamo che il Signore con questa Risurrezione e con questa Pasqua ci dia quello che auguriamo: pace, serenità, calma per tutti e fiducia reciproca, che al momento manca.







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