Pasqua in Terra Santa. Il Patriarca Twal: ci sia pace per tutti i popoli
“Non dobbiamo vergognarci di testimoniare il Cristo risorto”. E’ il cuore del messaggio
del patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, per la Pasqua 2014, pronunciato
nella Messa di risurrezione alla Basilica del Santo Sepolcro. Parole che risuonano
forti nei luoghi di Gesù, che non conoscono ancora pace. Stamani, infatti, a Gerusalemme
sono avvenuti scontri fra palestinesi e reparti della polizia israeliana nella spianata
della Moschee. Malgrado le tensioni, la Messa pasquale, con la processione solenne,
è stata affollata da fedeli e pellegrini. Il servizio di Ada Serra del Franciscan
Media Center:
E’ il patriarca
stesso a proclamare il Vangelo davanti all’edicola, che conserva la tomba vuota del
Cristo. Nell’omelia, mons. Fouad Twal ricorda i drammi che affliggono la Terra
Santa: famiglie costrette a emigrare, città distrutte, chiese profanate, sacerdoti
rapiti. Ciononostante, la risurrezione “ci dona una Luce che non dobbiamo tacere”
afferma il patriarca:
“Spero che la Chiesa universale si senta un po’ corresponsabile
di questa pace, di questa comunità cristiana, di questa gioia”.
Alla celebrazione
al Santo Sepolcro partecipano i cristiani di Terra Santa, ma anche tanti pellegrini
arrivati a Gerusalemme per vivere la Settimana Santa nei luoghi e nei giorni in cui
tutto è avvenuto.
“Staying in Jerusalem… Stare a Gerusalemme
significa avere l’opportunità’ di uno sguardo più vicino su come Gesù’ ha vissuto
la sua Passione”.
“Yo vengo de Extremadura… Io vengo dall’Estremadura
e lo sto vivendo come se fosse qui Gesù Cristo ed è stata per me un’esperienza emozionante”.
La
Pasqua quest’anno cade in contemporanea per cattolici e ortodossi. A Gerusalemme,
i riti si celebrano tutti nella basilica del Santo Sepolcro. La stessa che tra un
mese ospiterà il grande incontro ecumenico con Papa Francesco, che ilo prossimo maggio
visiterà Giordania, Territori palestinesi e Israele. Come ricorda ancora mons.
Twal:
“Stiamo già preparando l’arrivo del Santo Padre, che è un uomo
di pace, un uomo di serenità, un uomo di vicinanza a tutti quanti”.
Ascoltiamo
ora il Patriarca latino di Gerusalemme approfondire, al microfono di Giada
Aquilino, il significato della Pasqua in Terra Santa:
R. – Come ogni
Pasqua, è la Pasqua più bella del mondo e spero che ci farà fare un salto di qualità
per avere più pace, più amore, più fedeltà al Signore. È una Pasqua, una Risurrezione,
un passaggio da uno stato ad altro: speriamo che dopo ci sia più carità, più giustizia
e più collaborazione da parte di tutti. Quest’anno poi, c’è un elemento in più, celebriamo
tutti insieme: gli ebrei, che hanno la loro Pasqua, gli ortodossi e i cattolici. Questo
era il desiderio del Signore, il suo ultimo testamento ed è il desiderio di tanti
cristiani. Spero che, con l’arrivo del Santo Padre, questa volontà, questo desiderio
di creare più comunione, più unità, più collaborazione sia sempre più grande nei cuori
dei fedeli.
D. - L’invito della Pasqua è alla speranza senza limiti in Dio,
che apre un cammino in mezzo alla nostra sofferenza. Qual è la sofferenza della Terra
Santa?
R. - Le nostre sofferenze sono tante. Più di una volta ho chiamato questa
Chiesa “La Chiesa del calvario”, a causa della situazione politica in atto, dell’occupazione
militare israeliana che dura da 66 anni. Nonostante tutti gli interventi, gli incontri,
le promesse, le risoluzioni, ci troviamo ancora in questa situazione politica, talmente
difficile che influisce anche sulla situazione economica della gente: tanti si sono
visti costretti ad emigrare, a lasciare la Terra Santa: tra questi, tanti giovani
che hanno anche studiato. La definisco: “un’emorragia umana” senza fine. I nostri
problemi sono tanti. Non possiamo dimenticare la situazione della Giordania, con un
milione di rifugiati siriani tra famiglie, ragazzi, mamme, donne, bambini, anziani.
La Chiesa insieme ad altri organismi umanitari fa di tutto per dare un aiuto, però
la situazione rimane drammatica. Ma la nostra Chiesa è anche Chiesa della Risurrezione,
della speranza, della gioia di vivere, di evangelizzare, di lavorare, di accogliere,
di collaborare e di sperare sempre.
D. - In questa Quaresima, il Papa ha sottolineato
come Cristo si sia fatto povero arricchendoci con la sua povertà. Qual è il messaggio
pasquale della Terra Santa per tutti i cristiani?
R. - Vogliamo una pace per
tutti; viviamo di povertà, di speranza, di gioia, di libertà. Siamo poveri in tutti
i sensi! Abbiamo sempre fatto appello alla pace in Terra Santa, vogliamo la pace.
Però non c’è una pace per un popolo senza che non ci sia anche per l’altro. Auguro
la pace a tutti gli abitanti di Terra Santa che siano ebrei, musulmani o cristiani.
Speriamo che il Signore con questa Risurrezione e con questa Pasqua ci dia quello
che auguriamo: pace, serenità, calma per tutti e fiducia reciproca, che al momento
manca.