Al via la Causa di Beatificazione di Don Benzi, infaticabile apostolo della carità
Al via ufficialmente la Causa di Beatificazione di Don Oreste Benzi, il fondatore
della Comunità Papa Giovanni XXIII scomparso nel 2007. Alessia Carlozzo ha
intervistato Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità, che racconta
come l’associazione si sta preparando:
R. - E’ una
grande notizia che attendevamo, quella di questa apertura della Causa, perché don
Oreste ha vissuto in tutta la sua vita questa donazione totale ai piccoli, agli ultimi,
ai poveri. Quindi è una gioia immensa, perché permette anche di far conoscere la vita
di questo “infaticabile apostolo della carità”, come lo ha definito Benedetto XVI.
Noi continuiamo a prepararci vivendo la quotidianità, vivendo la ferialità e continuando
ad accogliere le creature: i piccoli e i bimbi con gravi disabilità nelle nostre famiglie,
nelle nostre case famiglia; i giovani che non hanno più nessuno e che sono sulla strada.
Questa è la miglior risposta che vogliamo dare per camminare ancora oggi con don Oreste.
D. - Come viene percepita oggi l’eredità di don Benzi? Crede che le sue "battaglie"
inizino finalmente a far breccia anche nella società più laica?
R. - Pensiamo
di sì. Nel Nord Europa stanno legiferando alcune nazioni - come la Svezia e adesso
anche la Francia lo sta recependo - su questo modello, che è quello che proponeva
don Oreste di "ridurre la domanda": quindi un lavoro sì educativo, ma anche punitivo
sui clienti. Noi dobbiamo veramente dire che la prostituzione è la schiavitù più antica
del mondo e quindi dobbiamo assolutamente ridurre drasticamente la domanda, con delle
normative che rendano efficace questo, con una collaborazione tra istituzioni pubbliche,
private e sociale e soprattutto con un fattore educativo. Anche Papa Francesco sta
approfondendo tutto il discorso sulla tratta e sulle nuove schiavitù, che era già
una intuizione che don Oreste aveva 10, anzi 20 anni fa.
D. - A sette anni
dalla sua scomparsa, qual è il ricordo più vivo di don Benzi nei fedeli e nella comunità?
R.
- Di un pastore che aveva l’odore delle pecore, di un pastore che 24 ore su 24 si
consumava per il bene dei suoi fratelli, che andava a cercarli continuamente laddove
loro vivevano, sulla strada, nelle carceri, dove si ritrovano i giovani… Questa modalità
che però veniva portata sempre con il sorriso, con la gioia del cuore. Anche se immerso
in un'attività frenetica e con le problematiche enormi che incontrava, aveva questa
serenità del cuore, questa pace del cuore che nasceva da una relazione con Dio molto
viva, molto fresca, molto profonda; che nasceva dall’amore alla Parola di Dio e dal
vivere l’Eucaristia come sacerdote. Dava del tu al Signore!