2014-04-19 14:40:31

Singapore. L'arcivescovo Goh nel messaggio pasquale invita a proclamare il Vangelo con gioia


La Pasqua invita tutti i fedeli a “proclamare in Vangelo con gioia nella nostra realtà di Singapore”: è quanto dice nel messaggio pasquale, rivolto a tutti i fedeli, l’arcivescovo di Singapore, William Goh. Nel testo del messaggio, inviato alla Fides, mons. Goh ricorda che Resurrezione significa “vincere la disperazione con la speranza, superare l'odio con l'amore, l’ingiustizia con il perdono” e propone ai fedeli tre elementi di riflessione. Il primo è “la nuova vita in Cristo”. “Il trionfo di Dio sulla croce – scrive il presule - cancella il peccato e la morte una volta per tutte, e ci dona nuova speranza”. “Come figli della speranza – prosegue il messaggio - cerchiamo di liberarci da rabbia, collera, malizia, maldicenze e di vivere come nuove creature in Cristo”, “come figli risorti” nelle circostanze quotidiane, nella vita personale, familiare, al lavoro. Il secondo punto è “l’incontro personale con il Signore risorto”, che è il messaggio centrale della Pasqua, nota l’arcivescovo. “La presenza dei discepoli al Sepolcro ci fa riflettere: solo quando abbiamo sperimentato questo incontro, possiamo conoscere l'amore del Padre”, spiega mons. Goh, invitando i fedeli “a una vita cristocentrica”. L’incontro con Cristo, infatti, “è una esperienza che coinvolge il cuore, la mente e il corpo”. E da questo incontro, che “non è una mera comprensione intellettuale della fede, troviamo la forza per passare attraverso le prove e le sfide della vita”, continua il messaggio.

L’arcivescovo passa poi al terzo punto, quello conclusivo, invitando ad “andare avanti con gioia”. Il Vangelo, dice “è la fonte della nostra gioia e deve essere proclamato con gioia e con passione” nella realtà di Singapore. Il presule ricorda dunque che va presentato “come qualcosa di bello: questa bellezza è Gesù Cristo, il Signore Risorto, che viene a darci vita in abbondanza, una gioia che il mondo non può dare e la verità che ci fa liberi”. Il testo termina con un caloroso “benvenuto” ai fratelli neo-battezzati e con l’augurio che possano essere riempiti della grazia di Dio. (D.M.)







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