2014-04-18 12:37:31

Iraq: Giovedì Santo del patriarca Sako con disabili ed emarginati cristiani e musulmani


Il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako I ha celebrato il Giovedì Santo presso la "Casa Beit 'Ania" a Baghdad, un centro gestito da alcune ragazze che ospita persone con gravi disabilità, abbandonate, senza famiglia e portatori di handicap. Sua Beatitudine - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha visitato la struttura insieme al vescovo ausiliare mons. Shlemon Warduni e altri otto sacerdoti, celebrando i riti della Coena Domini con loro. Mar Sako ha compiuto il tradizionale rito della "lavanda dei piedi" a 12 persone, fra le quali vi erano due donne musulmane e una mandaita.

La "Casa Beit 'Ania" è un centro nato nel 2000 su iniziative di due ragazze cristiane, Alhan e Anwar, che hanno percorso a lungo le strade della capitale alla ricerca di persone senza famiglia, sole e abbandonate. Grazie alla generosità dei fedeli, le due giovani hanno potuto rilevare una casa e dar vita a una struttura che si occupa di queste persone più sfortunate. Oggi è considerata un vera e propria "oasi di pace e di convivenza", in grado di ospitare oltre 50 persone, uomini e donne, cristiani, musulmani e di altre fedi religiose.

Nell'omelia Sua Beatitudine ha ricordato che "oggi stiamo celebrando una vera Pasqua. Alhan e Anwar, come due discepoli di Gesù, hanno preparato ogni dettaglio [per la funzione]". Mar Sako si è rivolto agli ospiti del centro sottolineando che "voi avete bisogno del Signore. Nonostante la vostra condizione fisica o sociale, voi siete vicini a Dio. E la Pasqua è per voi".

Riferendosi alla disabilità, il patriarca caldeo ha quindi aggiunto che "siete capaci di trovare nel vostro handicap una grande forza per vivere, con pace e gioia. Con la forza della Pasqua voi siete trasformati". Egli ha quindi specificato che "siamo tutti cristiani e musulmani, siamo fratelli" e "la nostra religione deve essere una ottima occasione per vivere in pace e gioia". La nostra preghiera di oggi, ha concluso Mar Sako rivolgendosi ai presenti, "è un segno della gratitudine e dell'affetto: ecco la vera Pasqua".

Al termine della cerimonia il patriarca caldeo ha voluto offrire loro un pranzo, quale segno di vicinanza, amicizia e condivisione. (R.P.)







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