Alfano dice no al codice identificativo per la polizia. La Cgil: apriamo un tavolo
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano è contrario “a prevedere un codice identificativo
per le forze dell'ordine che prestano servizio durante le manifestazioni”. Alfano
ha anche minacciato di chiudere i centri delle città se si temono devastazioni. Alessandro
Guarasci:
Gli scontri
di sabato a Roma durante la manifestazione degli antagonisti hanno lasciato il segno.
Alfano dice che “è inaccettabile che il centro storico di Roma sia sottoposto a rischio
di saccheggio ogni due o tre mesi” e minaccia di chiuderlo. Poi sul poliziotto che
ha calpestato una manifestante afferma che chi ha sbagliato deve pagare, ma che è
inaccettabile che sotto accusa finiscano tutte le forze dell’ordine. No poi al numero
identificativo sulle divise dei poliziotti, nonostante questo già avvenga in altri
Paesi europei. Critica la sinistra, plauso invece dai sindacati dei poliziotti, anche
se la Silp Cgil apre all’identificativo. Il segretario Daniele Tissone:
R.
- A noi non spaventa un ragionamento, una riflessione, aprendo anche un tavolo di
confronto su un argomento di questo genere. Qualcuno di noi può, in qualche momento
anche di tensione, sbagliare. Però a fronte di qualche sbaglio, ci sono una serie
innumerevoli - penso in questi giorni a Lampedusa, con le immigrazioni - di poliziotti,
ma anche di finanzieri e di carabinieri che si adoperano in maniera esemplare. Quello
che, invece, in questo particolare momento mi dà - come dire - più sconforto è che
non riusciamo a fare barriera di fronte a una serie di provocazioni e di istigazione
alla violenza. Quello è un elemento importante: fare barriera di fronte a questi eroi
sconfitti del passato, che oggi vogliono ideologizzare i nostri giovani!