2014-04-17 14:15:37

Sud Corea. La Chiesa prega per le vittime del traghetto. Il Paese vive nel dolore


Tutta la Corea "è in uno stato di grande dolore e di grave ansia, anche perché fra le vittime di questa tremenda tragedia vi sono anche diversi adolescenti che volevano fare una gita... Possiamo soltanto pregare per loro e per le loro famiglie, attanagliate dall'angoscia, sperando che la nostra preghiera e la nostra solidarietà possano essere di qualche conforto". È il commento rilasciato all'agenzia AsiaNews da mons. Pietro Kang U-il, vescovo di Jeju e presidente della Conferenza episcopale coreana, dopo il drammatico naufragio del traghetto Sewol.

In un primo momento, le stesse autorità sudcoreane avevano fissato il bilancio delle vittime a 2 persone - un membro dell'equipaggio e uno studente - e avevano parlato di circa "un centinaio di dispersi". Nel corso della giornata le cose sono peggiorate: le vittime accertate sono 28, ma i dispersi sono oltre 265. Il traghetto aveva infatti a bordo 475 passeggeri: di questi soltanto 179 sono stati tratti in salvo. I feriti gravi recuperati si contano a decine.

Al momento, le ricerche dei sopravvissuti sembrano progredire in maniera molto lenta. Le pessime condizioni del mare e il vento, al momento molto forte, rendono quasi impossibili le immersioni e lo scandagliamento con i radar. Nella ricerca sono impiegate 169 navi di diverse dimensioni e 29 velivoli militari. La presidente, Park Geun-hye, ha invitato tutte le parti coinvolte a "fare presto, salvando ogni vita possibile".

Secondo mons. Kang "nonostante l'impegno delle autorità, le speranze di recuperare qualche passeggero ancora vivo diminuiscono di ora in ora. Il mare nell'area è veramente terribile, e questo non aiuta. I sopravvissuti al momento sono sconvolti, il trauma psicologico che hanno subito è davvero enorme. Possiamo soltanto pregare il Signore, affinché aiuti le vittime e i loro familiari, e sperare che la preghiera e la solidarietà possano in qualche modo consolare tutte le persone coinvolte in questo disastro". (R.P.)







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