Il parlamento europeo ricorda padre Frans Van der Lugt ucciso in Siria
Il Parlamento europeo “condanna con la massima fermezza" l’uccisione di un sacerdote
cattolico olandese, “da considerarsi un atto di violenza disumana nei confronti di
un uomo che è stato al fianco del popolo siriano in un momento segnato da assedi e
difficoltà crescenti”; “rende omaggio al suo operato, che andava oltre la città assediata
di Homs” per la sopravvivenza del popolo in una fase di violenze che hanno finora
causato 150mila vittime e oltre 6 milioni di rifugiati. L’Europarlamento, riunito
in Plenaria - riferisce l'agenzia Sir - ha approvato una risoluzione sulla Siria,
e in particolare sulla “situazione di determinate comunità vulnerabili”, insistendo
sui soprusi e le violenze che colpiscono le minoranze cristiane, curde, armene, druse,
turkmene che sono una componente storica del Paese.
Si tratta di piccole comunità,
spiega il documento, che hanno “cercato di evitare di schierarsi nel conflitto”, temendo
sia il regime dittatoriale e repressivo di Assad sia un eventuale “rovesciamento del
governo” con il rischio di essere “prese di mira dai ribelli jihadisti sunniti, che
caldeggiano la creazione di uno Stato islamico”. La risoluzione ricorda in particolare
che “il 7 aprile 2014 padre Van der Lugt, gesuita neerlandese residente in Siria da
vari decenni e noto per aver rifiutato di lasciare la città assediata di Homs, è stato
picchiato e ucciso a colpi d’arma da fuoco da uomini armati”.
“Nel monastero
in cui è stato ucciso padre Van der Lugt - prosegue il testo dell’Europarlamento -
vi sono tuttora altri cristiani” e civili in pericolo di vita. Tra i numerosi problemi
sollevati, si rileva che “da luglio 2013 non si hanno notizie di padre Paolo Dall’Oglio”,
mentre “nell’aprile 2013 i vescovi Boulos Yazigi della Chiesa greco-ortodossa e John
Ibrahim della Chiesa siro-ortodossa sono stati prelevati dalla loro automobile e rapiti
da uomini armati nei pressi della città di Aleppo e non si hanno tuttora notizie sulla
loro sorte”.
Altri rilievi riguardano la difficile condizione della minoranza
curda, dei rifugiati palestinesi, nonché delle donne e dei bambini, “vittime di aggressioni,
violenze sessuali e abusi”. Per gli eurodeputati è possibile “ottenere una soluzione
durevole all’attuale crisi in Siria soltanto attraverso un processo politico inclusivo
guidato dalla Siria con il sostegno della Comunità internazionale”; si chiedono aiuti
urgenti sul piano umanitario; una soluzione negoziale che valorizzi tutte le componenti
della società siriana, ivi comprese le minoranze presenti nel Paese mediorientale.
(R.P.)