2014-04-16 19:28:18

Ucraina: continua La controffensiva di Kiev. A Kramatorsk soldati ucraini depongono le armi


Nell’est dell’Ucraina prosegue l’operazione militare lanciata dal governo di Kiev, criticata da Mosca, contro attivisti filorussi. A Kramatorsk, intanto, soldati ucraini hanno deposto le armi. E la Nato annuncia che rafforzerà “nel giro di alcuni giorni” le difese aeree, navali e terrestri nell’Europa orientale, alla luce della crisi in Ucraina. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Resta alta la tensione nella parte orientale dell’Ucraina. A Donetsk uomini armati hanno occupato il municipio con l’obiettivo, come avvenuto in Crimea, di ottenere un referendum sullo status della regione. Le autorità locali, nel timore di scontri e disordini, hanno anche raccomandato ai cristiani di non partecipare alle funzioni religiose per la Pasqua. A Kramatorsk soldati ucraini, bloccati da manifestanti filorussi, hanno deposto le armi. Secondo il ministero della Difesa di Kiev sono inoltre stati sequestrati sei veicoli corazzati ucraini su cui sono state issate bandiere russe. Secondo l’agenzia di stampa russa ‘Ria Novosti’, invece, i militari ucraini alla guida dei mezzi si sarebbero volontariamente uniti ai dimostranti filorussi. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh, ha reso noto che saranno rafforzati i “dispiegamenti via terra, aria e mare”. Resta aperto il canale del negoziato. Ed è confermato il vertice previsto domani a Ginevra tra delegazioni di Stati Uniti, Russia, Unione Europea ed Ucraina.

Sul rischio di guerra civile in Ucraina, Giancarlo La Vella ha intervistato Fabrizio Dragosei, inviato a Mosca del Corriere della Sera: RealAudioMP3

R. – Dobbiamo fare attenzione a non esagerare. Questa della guerra civile è sicuramente la tesi della Russia e la tesi di Vladimir Putin, volta a dire che il governo di Kiev ormai non è più in grado di tenere assieme il Paese. Vediamo quello che sta succedendo realmente. Ci sono stati certamente degli scontri, ma in realtà questa famosa operazione antiterroristica si è limitata, ieri, a ricatturare un aeroporto militare. Si parla di alcune vittime, ma non è provato neanche questo. Di sicuro, l’esercito ucraino si è tenuto ben lontano dalle città, dove diversi edifici pubblici sono in mano ai rivoltosi, e questo è un gran sollievo, perché certamente un intervento dell’esercito in queste città porterebbe veramente a un bagno di sangue. Ma siamo sicuramente ben lontani da uno scontro paragonabile all’inizio di una guerra civile.

D. – In tal senso, quindi, anche la notizia diffusa dai Servizi ucraini, secondo cui i miliziani filorussi sarebbero stati invitati a sparare per uccidere, farebbe parte insomma di questa guerra, che ha anche risvolti mediatici?

R. – Diciamo che sicuramente la notizia potrebbe essere verosimile, nel senso che è interesse della Russia, in questo momento, far salire la tensione. La guerra dell’informazione però c’è sempre stata in qualsiasi situazione di conflitto e, in questo caso, è sicuramente molto attiva. Ma atteniamoci ai fatti: per ora la situazione sembra meno grave di come la dipingono le parti interessate.

D. – Tutte le speranze sono rivolte all’imminente incontro diplomatico a quattro. Che cosa ne può venire fuori?

R. – Sì, diciamo che le speranze sono rivolte a quell’incontro. La Russia chiedeva delle precondizioni, che non sembra siano state accolte: una era quella di parlare del nuovo assetto costituzionale dell’Ucraina e la seconda era che rappresentanti delle regioni dell’est partecipassero a questo incontro. Sicuramente, è importante ed è un passo per ridare la parola alla diplomazia, perché come l’Europa va dicendo da molto tempo – e in questo si distingue un po’ dagli Stati Uniti – la questione ucraina non si risolve né con gli atti di forza da parte della Russia né, probabilmente, con atti di forza dell’occidente, come potrebbero essere sanzioni molto severe, che alcuni a Washington vorrebbero. Diciamo che ora vedremo se la diplomazia tornerà ad avere un ruolo da protagonista.







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