2014-04-16 08:14:16

Dall'Ue l'ok alle regole di intervento in caso di fallimento delle banche


Non saranno più i cittadini a sostenere le banche in difficoltà. Se una banca è in perdita, i primi a pagare saranno quelli che quando la banca è in attivo guadagnano: azionisti e possessori di obbligazioni. E’ quanto stabilisce il regolamento votato ieri dal parlamento europeo in tema di crisi finanziaria. La sessione in corso è l’ultima prima del voto per il rinnovo dell’Assemblea, il prossimo maggio. Da Strasburgo, Fausta Speranza:RealAudioMP3

Un passo in avanti fondamentale verso l’unione bancaria, soprattutto il ribaltamento del meccanismo avvenuto finora, con perdite e fallimenti delle banche pagati dai governi e sostenuti dai contribuenti: con termine tecnico si chiama “risoluzione”, cioè salvataggio o ristrutturazione. Diventa una questione interna al sistema bancario. A gestire i salvataggi delle banche sarà un organismo sovranazionale, operativo da novembre prossimo. Deciderà come ristrutturare una banca in difficoltà, promuovendo o bocciando i programmi proposti che non dovranno ricadere sui titolari di conto. Per tamponare le emergenze, ci sarà un fondo apposito di 55 miliardi di euro. La novità è che a finanziarlo saranno i 130 maggiori gruppi bancari europei. Entro tre anni dovranno assicurare il 70% della cifra che dovrà essere completata entro il 2023. Obiettivo di fondo: tagliare il legame perverso tra i crack bancari e il debito dei singoli Stati nazionali. Non sarà più l’indebitamento pubblico a salvare i bancari.







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