Pakistan: a Lahore terzo rinvio per l'appello di Asia Bibi. Minacce islamiste ai giudici
Ancora un nuovo rinvio nel processo di appello a carico di Asia Bibi, la madre cristiana
di cinque figli condannata a morte per blasfemia; i giudici di secondo grado Sardar
Tariq Massod e Abdul Sami Khan, dell'Alta corte di Lahore, hanno aggiornato l'udienza
poco dopo aver aperto la seduta e dato lettura del procedimento. Fonti giudiziarie
riferiscono che domani dovrebbe essere annunciata la nuova data di una vertenza giudiziaria
che si trascina da tempo senza alcun progresso. Da tempo - riferisce l'agenzia Asianews
- gruppi estremisti lanciano minacce ed esercitano pressioni sul collegio giudicante,
perché confermi la pena capitale inflitta in primo grado. Tuttavia, i legali della
donna si dicono fiduciosi e auspicano che l'Alta corte possa decidere presto per il
proscioglimento e la scarcerazione.
Da giorni la comunità cristiana pakistana
ha promosso giornate di digiuno e preghiera Asia Bibi e Sawan Masih, entrambi condannati
a morte (da innocenti) in base alla famigerata "legge nera".
Asia Bibi, dal
novembre 2010 nel braccio della morte, sottoposta a regime di isolamento in carcere
per motivi di sicurezza, è ormai da tempo un simbolo della lotta contro la blasfemia;
per averla difesa, nel 2011 gli estremisti islamici hanno massacrato prima il governatore
del Punjab Salman Taseer, poi il ministro federale per le Minoranze religiose (e cattolico)
Shahbaz Bhatti. Il 26enne cristiano Sawan Masih, originario di Lahore, è stato invece
condannato nei giorni scorsi in primo grado, dietro false accuse che in realtà celano
dissapori personali con la persona che lo ha denunciato.
Interpellato da AsiaNews
padre James Chand, dell'arcidiocesi di Lahore, sottolinea quanto sia triste "osservare
come in Pakistan la situazione peggiori ogni giorno, non solo per le minoranze ma,
in particolare, per le donne e le ragazze. Continuiamo a pregare per Asia Bibi e Sawan
Masih". Un appello al quale si unisce p. Aurthur Naz, sacerdote originario del Punjab
centrale, che rilancia "una giornata di digiuno e preghiera in programma per mercoledì
16 aprile". (R.P.)