Roma. S. Ildegarda di Bingen raccontata a teatro da Cristina Borgogni
Profetessa, musicista, nutrizionista ante litteram, scrittrice e scienziata
del XII secolo, Santa Ildegarda di Bingen è stata da sempre uno dei più complessi
e affascinanti personaggi della storia della Chiesa con cui si sono confrontati imperatori
e Papi. L’attrice e autrice Cristina Borgogni fa rivivere il suo cammino umano e spirituale
nello spettacolo “Ildegarda, la sibilla renana”, in scena in questi giorni fino al
prossimo 20 aprile al Teatro Due a Roma. Ma come nasce l’idea di portare sul palcoscenico
la vita di questa Santa? Cristina Borgogni lo spiega al microfono di Marina
Tomarro:
R. – Questo
spettacolo nasce dal mio desiderio come attrice, come artista, di parlare anche di
temi spirituali. E mentre pensavo a quale personaggio avrei potuto rappresentare o
a quale testo, continuamente mi veniva in mente questo nome – Ildegarda di Bingen
– che avevo letto tante volte. Per cui ho pensato di portare in scena qualcosa su
di lei, ma non ho trovato niente. Non esiste un testo teatrale su Ildegarda di Bingen.
E allora ho deciso: mi sono buttata, mi sono messa a studiare. Credo sia una donna
quanto mai attuale, con un grandissimi equilibrio e una grande forza, cosa che mi
ha colpito di più. E poi, era una scienziata straordinaria! Lei ha inventato il nutrizionismo
moderno, la psicosomatica moderna per cui è infinita. Si potrebbero fare 20 spettacoli
diversi su Ildegarda di Bingen...
D. – Qual è il messaggio che può dare alla
società contemporanea?
R. – Ci spinge ad avere coraggio, a osare, a ricercare,
a non fermarci davanti a niente, a imparare ad avere comportamenti corretti, dove
per corretto sta in armonia con le persone che circondano, con l’universo e con Dio.
D.
– Lei sulla scena recita con suo marito, Paolo Lorimer. Allora, Ildegarda in che modo
è entrata nella vostra vita privata, in che modo ve l’ha cambiata?
R. – Devo
dire che ci ha molto influenzati. Innanzitutto, seguiamo la cucina di Ildegarda: il
farro che lei lo amava tanto – abbiamo incominciato a mangiare tanto farro. Anche
noi cerchiamo di fare il digiuno una volta alla settimana, non sempre ci riesce… E’
stata una specie di ciclone, Ildegarda, in questo ultimo anno, nella nostra vita,
perché non solo la rappresentiamo, ma è stato talmente profondo lo studio… Ildegarda
aveva questo monaco, Volmar, che era stato suo segretario tutta la vita e che l’aiutava
a scrivere. Io non sono brava al computer: sono negata per il computer. E allora avevo
chiesto aiuto a mio marito Paolo e a un certo momento si è ricostruita esattamente
la scena tra Ildegarda e Volmar: io dettavo e lui scriveva. Questo è un particolare,
però è curioso…
D. – Se dovesse paragonare Ildegarda a un personaggio storico
o a un personaggio contemporaneo, chi le viene in mente?
R. – Madre Teresa
di Calcutta è il personaggio religioso che mi viene in mente in maniera più immediata,
però Ildegarda era un insieme tra Madre Teresa di Calcutta e Leonardo da Vinci, perché
aveva tutto il lato scientifico, il lato artistico, profondamente teologico. Benedetto
XVI l’ha dichiarata Dottore della Chiesa, non solo Santa, perché era anche un’intellettuale
straordinaria. E quindi, è difficile, non mi viene in mente una sola persona, ma più
persone messe insieme.