2014-04-12 14:26:52

Turchia: Consulta boccia legge sul controllo dei giudici


In Turchia, si inasprisce la contrapposizione tra il governo Erdogan e la magistratura, dopo che ieri la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge che da al ministro della Giustizia il potere di nominare i membri del consiglio superiore della magistratura e l'ultima parola sulle nomine dei magistrati. Un nuovo colpo ad una settimana dalla decisione della Corte Costituzionale di sbloccare i social network oscurati dall’esecutivo. Su questo contrasto, Marco Guerra ha sentito la prof.ssa Carmela De Caro, ordinario di Diritto comparato pubblico alla Luiss:RealAudioMP3

R. - E’ la risposta degli organi costituzionali rispetto ad un problema politico, perché la riforma costituzionale del 2010, approvata con referendum e voluta da Erdogan, ha tentato di limitare - attraverso il sistema delle nomine - la magistratura e in particolare i poteri della Corte costituzionale. Quindi, la magistratura prima e la Corte poi rappresentano, diciamo, la legalità interpretata da una magistratura che si pone in posizione neutrale ma contrastante rispetto l’andamento di Erdogan. Da un certo punto di vista, è uno Stato costituzionale che resiste alle "aggressioni" di Erdogan.

D. - Il contrasto è tale che la Corte costituzionale è diventata una sorta di contropotere: c’è chi addirittura ipotizza una candidatura del suo presidente, il conservatore Kilic, contro Erdogan alle presidenziali di agosto…

R. - Quanto al ruolo del presidente della Corte costituzionale e alla possibilità che sia effettivamente un antagonista politico, credo che oggi non si possa dire. Bisogna vedere lo sviluppo nelle prossime settimane. Escluderei che le sentenze significhino, per il momento, già la candidatura alle prossime elezioni presidenziali. Possono essere primi segnali. Servirà che tutto un sistema, quello tradizionale dei militari, delle alte dirigenze, delle borghesie, dei commercianti e degli industriali si sposti sulla posizione del presidente della Corte costituzionale. Ma direi che è troppo presto per valutare questo.

D. - Nonostante le accuse di corruzione e gli scandali, Erdogan ha vinto - il 30 marzo scorso - le elezioni amministrative, con il 45% dei voti…

R. - Qui, c’è un dato economico e sociale. Erdogan per dieci anni ha garantito uno sviluppo economico straordinario per gli standard della Turchia. Il governo di Erdogan ha garantito anche interventi sociali. Quindi, la popolazione sta meglio e sta godendo di un benessere precedentemente sconosciuto. Parlo della Turchia "profonda", non della Turchia delle grandi città, da Istanbul ad Ankara. La Turchia profonda è legata ad Erdogan, ripeto, per la forza intensa e capillare dell’attività del governo.







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