2014-04-11 11:41:58

Mauritius. I vescovi: la riforma della Costituzione renda al Paese dignità democratica


La riforma della Costituzione deve rendere alle Isole Mauritius “la loro dignità democratica”: lo scrive mons. Maurice Piat, vescovo di Port-Louis, in una nota diffusa in occasione della presentazione, da parte del governo mauriziano, di un progetto di riforma della Carta fondamentale. In primo luogo, il presule esprime apprezzamento per il fatto che la bozza presentata contenga la cancellazione dell’indicazione delle comunità di provenienza per i candidati alle elezioni. Un passo avanti notevole “per sradicare il comunitarismo” nazionale, sottolinea mons. Piat, anche se “resta ancora molto da fare” perché “molti cittadini sono convinti di non poter essere rappresentati in Parlamento da persone con un’origine culturale ed etnica diversa dalla loro”. Ma “una società in cui non c’è un minimo di fiducia – afferma il vescovo di Port-Louis – non può progredire”, poiché “la paura frena l’avanzamento democratico del Paese”. Quindi, il presule si sofferma su altri punti contenuti nel progetto di riforma costituzionale: sulla presenza delle donne in Parlamento, mons. Piat auspica “un migliore equilibrio ed una migliore qualità del dibattito sulla questione”; poi, esprime apprezzamento per la proposta che chiede ai partiti di sottoporre alla Commissione elettorale, prima delle elezioni, una lista di candidati in ordine di priorità. In tal modo, evidenzia il vescovo mauriziano, sarà la Commissione stessa “ad attribuire i seggi in Parlamento secondo l’ordine di priorità prestabilito” e questo eviterà il rischio che i leader di partito scelgano, prim’ancora del voto, “chi mandare in Parlamento”. Infine, mons. Piat richiama la necessità che il sistema elettorale sia improntato alla principi di “responsabilità e trasparenza”, così da sradicare “la corruzione che deturpa la democrazia”. “Per far avanzare davvero il sistema democratico – conclude il presule – e dare prova di patriottismo, i leader politici devono andare alle origini del male, ovvero del finanziamento occulto dei partiti, accettando di perdere un po’ del loro potere a vantaggio di quello del popolo”, e in nome della “dignità democratica”. (I.P.)







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