2014-04-11 16:16:57

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella Domenica delle Palme, la liturgia ci presenta il racconto della Passione del Signore secondo Matteo. Gesù viene crocifisso. Verso le tre, grida a gran voce:

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

Sulla Domenica della Passione del Signore, che inaugura la Settimana Santa, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3

La solenne celebrazione di oggi comincia, di solito, con la processione delle palme per commemorare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Questo gesto “manifesta l'avvento del Regno che il Re-Messia si accinge a realizzare con la Pasqua della sua morte e risurrezione” (CCC 560). Viene lo Sposo a fare del suo popolo la sua “diletta Sposa”. Lo Sposo si presenta come il Servo, che viene a versare il suo sangue per redimere e fare bella la Sposa, “che ama talmente da donare la sua vita per lei” (cf T. Federici). Seguire la passione di Gesù, significa, da una parte, toccare con mano la verità totale di questo amore divino, ma, dall’altra, aprire gli occhi e permettere al cuore di vedere l’abisso di morte e di distruzione del peccato. John Henry Newman ha provato a descrivere quest’orrore: “La morte del Dio Incarnato altro non vi insegna, fratelli, se non questo: che cosa sia il peccato in se stesso, e che cosa era quello che, nella sua ora e in tutta la sua forza, si abbatté sulla natura umana di Gesù… Tutti i peccati stanno qui. Stanno qui le persone a Te più care, i tuoi santi e i tuoi ti stanno sopra; i tuoi apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, non però da confortatori, bensì da accusatori, come gli amici di Giobbe, ‘gettando cenere contro il cielo’ (Gb 2,12), e accumulando maledizioni sul tuo capo”. “La mia anima è triste fino alla morte”, ma per la mia Sposa eccomi pronto a dare la mia vita. Da bambini, ricordo, ci educavano a vivere questa settimana nel silenzio, nella preghiera, accompagnando la passione del Signore, per unirci alla sua vittoria pasquale.







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