Festival del Volontariato, Bobba: sì a nuove norme per l'economia sociale
Sono quasi cinque milioni gli italiani che si dedicano ad attività di volontariato.
E il loro apporto è fondamentale per la tenuta dello Stato sociale. Ma ora serve un
maggiore riconoscimento. Se ne discute al Festival del Volontariato a Lucca. Alessandro
Guarasci:
Sono più di
110 mila le imprese che in Italia hanno caratteristiche “sociali”. Dunque, attive
nella cooperazione, nell’aiuto alle fasce più deboli, nel welfare, nel realizzare
progetti per lo sviluppo. Ad inizio 2011 vi lavoravano circa 380 mila persone, principalmente
nelle regioni del Centro-Nord. Ma per il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba
bisogna innovare le normative e il Parlamento sta lavorando a una legge:
“Estendere
i campi di applicazione in cui l’impresa può operare, anche al commercio equo, all’alloggio
sociale, al microcredito, all’inserimento e all’orientamento di persone svantaggiate;
una parziale remunerazione di chi ci mette del capitale; una norma fiscale simile
a quella che c’è per le start-up innovative che consente a soggetti
anche privati o persone giuridiche di poter detrarre o dedurre una parte dell’investimento
che fanno”.
Altro settore cruciale è l’agricoltura. E qui le aziende italiane
guardano all’estero, ai Paesi in via di Sviluppo. Bisogna però fermare il "land grabbing",
l’accaparramento a fini speculativi, di ampie porzioni di terra da parte delle multinazionali,
cresciuto del 1000% dal 2008. Gianfranco Cattai, presidente dei volontari Focsiv:
“Pochi
giorni fa, proprio al Parlamento Europeo, noi abbiamo partecipato ai lavori di una
Commissione presieduta dall’on. De Castro, il quale sostiene che ci vuole una commissione
internazionale che controlli questi aspetti e che orienti nuove politiche, proprio
in favore dell’economia familiare”.
Insomma, affinché l’economia sociale
cresca serve un maggior coordinamento internazionale.