La sentenza con la
quale la Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto di ricorso alla fecondazione
eterologa snatura il concetto di maternità e paternità. Ne è convinta la Conferenza
Episcopale Italiana che ha sottolineato come “in questo modo si determina un
pericoloso vuoto normativo nel quale rischia di essere legittimata ogni tecnica di
riproduzione umana”. Duro il commento di Adriano Pessina, direttore del Centro
di Ateneo di Bioetica: ”Con questa sentenza si prosegue lungo la strada che riduce
la generazione ad un evento tecnologico, governato in primo luogo dal desiderio degli
adulti, che vogliono un figlio a tutti i costi. Ma un figlio non è un diritto”. Sconcerto
e perplessità anche dall’Associazione Medici Cattolici secondo la quale “la
fecondazione artificiale eterologa lede la dignità e i diritti del nascituro e della
coppia; depersonalizza l’identità della coppia e della famiglia e ha effetti a cascata
su ambiti giuridici e sociali”(a cura di Federico Piana)